Pescara. Rispondendo ad una interrogazione sulla piattaforma informatica sanitaria Dedalus, costata 5 milioni di euro e non entrata mai in funzione, il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, non senza aver ricordato che “quel regalo risale al 2006”, ha sottolineato che “nella vicenda c’e’ stato un colpevole vuoto contrattuale di capitolato.
In sostanza, e’ mancata una specifica prefigurazione progettuale. Diversamente, si sarebbero prodotti i presupposti per la piena implementazione del sistema”. D’Alfonso, a tal proposito, ha assicurato che favorira’ “l’insediamento di una Commissione permamente di approfondimento che consenta di fare luce sulle responsabilita’ in ordine alla vicenda Dedalus” ed al tempo stesso si adoperera’ per far recuperare piena efficienza operativa alle strutture regionali come, ad esempio, l’Arit i cui 23 dipendenti dovranno essere messi nelle condizioni di non disperdere la loro profesionalita’.
“E’ mai possibile che la Regione Abruzzo abbia quattro livelli di infrastrutturazione informatica?” – si e’ chiesto D’Alfonso. “Tutto questo e’ successo anche perche’ il piano prestazionale degli obiettivi dei dirigenti della Regione e’ ‘acqua San Gemini’. Cioe’ non e’ misurabile. E’ stato sostanzialmente questo stato di cose – ha concluso – a produrre fantasmi come Dedalus visto che in Abruzzo a comandare le danze sono stati quasi sempre i portatori di interesse mentre la struttura amministrativa dirigenziale non ha mai vigilato. Ben venga la piattaforma informatica digitale ma occorrera’ partire da una attenta ricostruzione dei dati”.