Le rappresentanze abruzzesi delle Associazioni Italia Nostra, Mountain Wilderness, ProNatura e WWF esprimono soddisfazione per la ricostituzione del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: “Finalmente sono stati sanati il deficit di democrazia e la costante violazione della normativa che hanno lasciato per otto anni una delle più importanti aree naturali protette italiane priva del proprio organo decisionale”.
Le associazioni ambientaliste sottolineano come “le nomine fatte su designazione dei due Ministeri competenti (Ministero dell’Ambiente e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) contrastino con quanto previsto dalla normativa sulle aree naturali protette che chiede che “i componenti del Consiglio Direttivo siano individuati tra esperti particolarmente qualificati in materia di aree protette e biodiversità” (art. 9 della Legge n. 394/91, come modificato dal DPR n. 73/2013). I Ministeri, infatti, hanno designato Graziano Ciapanna, ingegnere teramano, ex consigliere comunale di Teramo ed attualmente consigliere in Provincia (proprio ieri rinviato a giudizio in un’inchiesta sull’affidamento del servizio antincendio nei presidi ospedalieri della ASL di Teramo) e Paolo Costanzi, avvocato aquilano, attualmente Direttore Generale della Regione Abruzzo. Al di là dell’opportunità di nominare una persona sottoposta ad indagini da parte della magistratura, non appare condivisibile la scelta di soggetti con incarichi in Amministrazioni locali dell’area del Parco: in questo modo il nuovo Consiglio Direttivo del Parco risulta composto da sei membri di diretta o indiretta espressione di realtà locali, contro soli due membri con specifiche competenze in materia di aree protette e biodiversità, contraddicendo così in modo stridente uno dei pilastri della Legge quadro sulle aree protette”.
I dubbi delle associazioni: “Perché il Ministro Galletti, che ha firmato il decreto di nomina del nuovo consiglio, ha disatteso il principio di proporzione tra la componente statale e quella non statale dei membri del Consiglio Direttivo del Parco, chiaramente previsto dalla normativa sulle aree naturali protette? E perché non ha scelto amministratori esperti nelle materie che dovranno gestire? Tale situazione va rivista e sanata: il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga merita una gestione attenta, capace di affrontare i tanti problemi presenti sul territorio di competenza”.
“Il governo di un Ente Parco – concludono gli ambientalisti – si misura dalla capacità che ha di conservare il suo patrimonio naturalistico e, attraverso questo, di promuovere e valorizzare il proprio territorio, informando e coinvolgendo i cittadini residenti e operanti all’interno dell’area protetta sui percorsi di futuro sostenibile per il sistema vivente vegetale ed animale e per le economie storiche dolci.
Le Associazioni ambientaliste chiederanno un incontro al Presidente dell’Ente Parco ed al nuovo Consiglio Direttivo al fine di conoscere come intendono lavorare per il futuro e per riavviare quel confronto che è mancato negli ultimi anni sulle scelte strategiche che quest’area naturale protetta è chiamata a compiere”.