L’Aquila. Sono stati pubblicati sul sito del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nella sezione “Attività e ricerca – Attività e progetti floristici”, i risultati del progetto che l’Ente, primo in Italia, grazie ad uno specifico finanziamento del ministero dell’Ambiente, ha dedicato alla conoscenza e al contenimento della specie alloctona del Senecio africano (Senecio inaequidens), una pianta invasiva che si sta rapidamente espandendo sul territorio italiano e che, in Abruzzo, è osservabile in particolar modo lungo i margini stradali dei paesi dell’area aquilana del Parco.
Ad oggi la pianta, la cui vistosa fioritura gialla si protrae fino a dicembre, è rimasta confinata agli ambienti degradati e ai terreni poveri, come appunto i margini stradali o zone interessate da movimentazioni del terreno, ma è stato osservato come ultimamente essa tenda ad invadere anche i pascoli naturali. Poichè la pianta contiene degli alcaloidi tossici, una sua ulteriore diffusione potrebbe avere un impatto sull’ecosistema, sull’economia rurale e sulla salute umana.
Il progetto pilota del Parco Gran Sasso – Laga è stato portato avanti dai tecnici dell’Ente del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino con la collaborazione della società di consulenza ambientale Nemo, oltre che di esperti delle Università di Firenze, Torino e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Sono state censite le aree del Parco interessate dalla presenza del Senecio e sono stati condotti studi sul campo per meglio comprendere il comportamento della pianta e la sua capacità di invadere i diversi tipi di ambienti.
Sono state, inoltre, raccolte e studiate le pubblicazioni scientifiche esistenti, sia per gli aspetti botanici che tossicologici, e sono state svolte campagne sperimentali di eradicazione in diverse località del versante aquilano del Gran Sasso.
L’Ente Parco, considerando di primaria importanza l’informazione dei cittadini ed una loro collaborazione affinchè sia rallentata l’espansione di una pianta che altera sia la biodiversità che il paesaggio, ha provveduto a pubblicare sul proprio sito web (www.gransassolagapark.it) tutti i dati raccolti nel corso del progetto, con schede di dettaglio che ne illustrano la diffusione, l’ecologia, l’impatto e la tossicità, fornendo così’ elementi utili per riconoscere la pianta ma anche consigli pratici per una corretta eradicazione.