Un mese fa l’attacco di Renzi al governo Conte.
Questo pomeriggio, in conferenza stampa alla Camera, il leader di Italia Viva insieme alle ministre Bellanova e Bonetti e al sottosegretario Ivan Scalfarotto, che hanno annunciato le loro dimissioni, apre formalmente la crisi per il governo Conte-bis.
“La crisi non è aperta da Italia Viva ma è aperta da mesi. E’ molto più difficile lasciare una poltrona che aggrapparsi allo status quo. Noi viviamo una grande crisi politica, stiamo discutendo dei pericoli di una pandemia ma un governo non può reggersi solo sull’emergenza. Noi non giochiamo con le Istituzioni, la democrazia non è un reality show” sono questi alcuni dei passaggi del discorso di Renzi che ha aggiunto “siamo pronti a discutere di tutto: un governo con la stessa maggioranza, un governo tecnico o andare all’opposizione, ho messo un paletto no a ribaltoni e no alla destra sovranista e antieuropeista. Quali sono gli sblocchi spetta a Conte deciderlo, di certo non si andrà al voto prima del 2023 e non abbiamo alcuna pregiudiziale sul nome di Conte né sulle formule”.
Poi ricorda la “fiducia incrollabile nel Presidente della Repubblica” e i tre punti cardine da affrontare: metodo e regole della democrazia, cantieri e Mes. Il Mes “significherebbe più fondi per la sanità e se siamo in emergenza sono soldi che servono, e non prenderli per motivi ideologici è da irresponsabili”.
“La crisi politica”, ha concluso Renzi, “si affronta nelle sedi istituzionali e non con post Facebook”.
Quali possibili scenari si aprono adesso?