Sono novantuno le donne vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020.
Ne muore una ogni tre giorni.
Il dato emerge dal rapporto Eures sul femminicidio in Italia.
Nel 2020, inoltre, è aumentata la percentuale di delitti commessi in contesti familiari che ha raggiunto il valore record dell’89%. Se si guarda a quelli accaduti all’interno della coppia il dato tocca il 69,1%.
Questo conferma quello che ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nelle sue parole in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne: “La ricorrenza di oggi induce a riflettere su un fenomeno che purtroppo non smette di essere un’emergenza pubblica.
Le notizie di violenze contro le donne occupano ancora troppo spesso le nostre cronache, offrendo l’immagine di una società dove il rispetto della donna non fa parte dell’agire quotidiano delle persone, del linguaggio privato e pubblico, dei rapporti interpersonali”.
La data del 25 novembre, come Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, è stata scelta dall’assemblea dell’Onu nel 1999 in ricordo del sacrificio delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mieabal uccise dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo in Repubblica Dominicana.
Ed è di queste ultime ore la notizia di cronaca che riporta di due femminicidi nel nostro Paese, uno in Provincia di Padova e uno in Calabria.
Una donna a Cadonghe, in provincia di Padova è stata uccisa dal marito con una coltellata al petto, ferendola da parte a parte.
In Calabria un uomo è in stato di fermo perché ritenuto l’omicida di una donna di 51 anni il cui corpo è stato rinvenuto tra gli scogli di Catanzaro.
E in questo periodo di emergenza sanitaria sono ancora una volta le donne a pagare il prezzo più alto, nel secondo trimestre del 2020, infatti, si sono perse quasi mezzo milione di occupate.
“Una pandemia ombra” l’ha definita l’Onu perché quello del femminicidio è un fenomeno mondiale e non solo italiano.
Stalking, aggressioni verbali e psicologiche, controllo eccessivo, revenge porn (quella vendetta digitale con cui materiale privato con un click viene messo in rete per segnare la vita di una donna), violenza fisica fino al gesto più estremo.
Sono tanti i campanelli di allarme e tante le forme di abuso, un numero di aiuto c’è ed è attivo 24 ore su 24.
In attesa che la cultura del rispetto diventi valore fondante della nostra società.