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Il direttore dell’Ater di Chieti risponde per le rime alle critiche sugli stipendi d’oro

Ancora una volta l’Ater di Chieti nella bufera.

L’Amministratore unico dell’Ater di Chieti, Dott.sa Antonella Gabini, durante la seduta ad alta tensione della seconda commissione regionale tenutasi l’altro giorno ha parlato delle cifre da capogiro che a suo dire consegnano la maglia nera all’Ater di Chieti, considerata, secondo i maligni, la più spendacciona d’Abruzzo, dove i dirigenti percepirebbero stipendi di gran lunga maggiori a quelli dei colleghi delle altre Province Abruzzesi,e in taluni casi, addirittura, di altre Province del Nord. In concreto, Gabini riferisce che i costi del personale nell’Ater di Chieti sono passati dai 900 mila euro del 2004 ai 2,6 milioni di euro del 2012. Dalla lettura dei modelli 770 dell’Ater di Chieti si evincerebbe che addirittura il Direttore Domenico Recchione nel 2012 ha percepito uno stipendio lordo annuo di 324 mila euro ( poco meno di Obama 400 mila dollari) oltre a 52 mila euro di arretrati. Altri tre dirigenti nel 2012 avrebbero percepito dai 180 mila euro l’anno ai 128 mila. Cifre che hanno fatto saltare sulla sedia i consiglieri regionali d’opposizione Claudio Ruffini, Giuseppe di Pangrazio e Giovanni D’Amico e quello di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che si sono scagliati contro la Giunta Regionale “Chiodi”, rea, a loro dire, di aver fallito l’azione di risanamento. Sugli stipendi dei dirigenti dell’Ater di Chieti non si è fatta attendere la risposta della maggioranza regionale di centrodestra che ha replicato per bocca del Consigliere Riccardo Chiavaroli, il quale ha altresì definito “scandalosi” gli stipendi dei dirigenti dell’Ater di Chieti, ma ha scaricato le responsabilità su altri non ben specificati che potevano agire all’interno degli uffici, senza renderne edotta Giunta e Maggioranza, annunciando nel contempo che l’amministrazione regionale ha già attivato ogni procedura utile a porre fine a questo “cattivo” andazzo.
Ma, il Direttore dell’Ater di Chieti, l’Ing. Domenico Recchione non ci sta a subire un linciaggio del genere e intervistato dal sottoscritto senza però voler essere ripreso dalla nostra video camera, ha cercato di spiegarci la sua versione dei fatti.
L’Ing. Recchione ha iniziato di buon umore accogliendoci nel suo ufficio con una battuta: ” Il Presidente degli U.S.A. Obama è venuto in Italia per protestare del fatto che Domenico Recchione prende quasi il suo stipendio”, ovviamente è uno scherzo, è ha cominciato subito dopo a parlare seriamente. “Il mio stipendio del 2012 in realtà non è stato veramente di 324 mila euro” ha attaccato l’Ing. Recchione, perché “quella è una cifra lorda, gonfiata a cui vanno tolte molte voci. Innanzitutto il 10% per contributi del lavoratore e il 50% per altre ritenute fra cui l’ Irpef. Quindi, almeno il 60% di quella cifra non finisce nelle mie tasche”. Inoltre,  ci ha detto l’Ingegnere “su quella cifra grava il premio di incentivazione a cui ho rinunciato nel 2013 e farò la stessa cosa per quest’anno 2014. Quindi, i costi di gestione per gli stipendi dei dirigenti dell’Ater di Chieti si sono notevolmente ridotti negli ultimi due anni”. “Oggi – ha continuato il Direttore dell’Ater di Chieti – il mio stipendio è di circa 130 mila euro nette all’anno per 14 mensilità, circa 9000 euro al mese”. Per quanto concerne, invece, gli aumenti degli stipendi negli ultimi dieci anni, l’Ing. Domenico Recchione ci ha fatto sapere che:  “sono in linea con quanto prevede la legge per i dirigenti pubblici di I livello. Nel 2004 percepivo circa 5 mila euro netti al mese, ora ne percepisco  circa 9000 mensili con un incremento dell’85%, ma è la legge che ha previsto questo”. Comunque sia, l’Ing. Recchione è disposto a fare un sacrificio per la crisi e vuole ridursi lo stipendio se necessario fino a che non ci sarà la riforma delle Ater: “Ci tengo a ribadire che sono un dirigente di I livello, come ce ne sono pochi in Italia e il mio curriculum professionale parla chiaro ed è giusto che prendi uno stipendio in linea con quello che stabilisce la legge. Tuttavia, sono pronto a fare dei sacrifici se è necessario fino alla eventuale riforma delle Ater come ci sta chiedendo anche il nuovo Governo a noi Manager di alto livello. Io guadagno 9 mila euro mensili, ma, in realtà,  in famiglia spendiamo per vivere circa 2 – 3 mila euro al mese perché non ho nessun vizio e mi dedico solo ai miei cari”.
Dal canto nostro noi ringraziamo il Presidente dell’Ater di Chieti, l’Ing. Domenico Recchione, per le delucidazioni e auspichiamo che l’Ater di Chieti proceda nella direzione della riduzione dei costi e sopratutto degli eventuali sperperi di denaro pubblico. Ma, puntiamo, invece, ancora una volta il dito e invitiamo l’opinione pubblica teatina a fare lo stesso, contro coloro che ancora una volta a livello politico – regionale, non perdono occasione di montare un caso politico  – mediatico contro una istituzione della città di Chieti. Non vorremmo che questa polemica sia l’ennesimo pretesto per scippare a Chieti, nell’ambito delle riforme  delle Ater  regionali, la direzione dell’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale. Non sarebbe la prima volta che la politica regionale si scaglia contro una istituzione della città di Chieti. Ovviamente, se ci fosse la volontà politica, si potrebbero montare casi in ogni ente pubblico di ogni città abruzzese, perché nessuno è privo di “scheletri negli armadi”, ma, guarda caso, sembra diventato lo sport regionale preferito attaccare e criticare tutto ciò che sta a Chieti. Guarda caso, l’attacco contro l’Ater di Chieti è giunto ancora una volta da esponenti regionali non Teatini quali Claudio Ruffini, Giuseppe Di Pangrazio, Giovanni D’Amico, Maurizio Acerbo  e Riccardo Chiavaroli. E’ giusto criticare per le spese in eccesso, ma auspichiamo che questi consiglieri regionali abbiano la stessa foga nel puntare il dito ed accusare anche quando si parla di gravi “scandali” nelle altre Province e città abruzzesi.

Tratto da www.censorinoteatino.blogspot.it