I Tribunali non sono dei “Pronto Soccorso”, non ne serve uno in ogni città, ma diventano un inutile dispendio economico e sottraggono personale ai Tribunali maggiori dei quattro Capoluoghi di Provincia Abruzzesi. Il cittadino vuole risposte immediate che possiamo dare solo razionalizzando il servizio.
E questo riteniamo sia stato proprio lo spirito che ha portato il Sen. Azzolina (Ncd) in Commissione Bilancio a sbarrare la strada all’emendamento salva – Tribunali Abruzzesi con cui si chiede la proroga di dieci anni per derogare la riforma delle circoscrizioni giudiziarie nelle province abruzzesi che interessa i Tribunali di Avezzano, Lanciano,Sulmona e Vasto ed evitarne la soppressione. L’emendamento che era stato ritenuto ammissibile dalla Commissione Affari Costituzionali, presieduta dal Sen. Finocchiaro e aveva ricevuto la disponibilità del Governo, in particolare del Ministero di Grazia e Giustizia, è stato bloccato invocando l’articolo 81 della Costituzione sul Pareggio di Bilancio. Dunque, i Tribunali “minori” di Lanciano e Vasto dovrebbero essere accorpati al Tribunale di Chieti se non entro il 2015 per lo meno entro il 2018 se non ci saranno ulteriori colpi di scena.
E il blocco dell’emendamento salva – Tribunali Abruzzesi era anche l’auspicio dell’Associazione Nazionale magistrati, sezione Abruzzo, come manifestato in tempi non sospetti anche dal suo Presidente, il Dott. Giampiero Di Florio: “Le Procure, le Preture, i Tribunalini, non sono mica dei Pronto Soccorso. Non ne servono uno ogni 10-15 chilometri. E’ l’unico modo per risolvere il problema dell’eterna mancanza di fondi e di personale. La riduzione dei Tribunali in Italia (dove non si fanno concorsi per l’assunzione di personale amministrativo da circa 20 anni) e in Abruzzo, consentirebbe di recuperare personale per le sedi principali”. Questo perché “in una realtà fatta di crisi, spesa pubblica elevata, l’accorpamento dei tribunalini potrebbe aiutare a far funzionare meglio la macchina amministrativa, Non ci sarà alcun impoverimento dei territori perché ditemi a cosa serve mantenere il Tribunale di Lanciano a 30 chilometri da quello di Chieti”, ha precisato il Presidente dell’Anm Abruzzo Giampiero Di Florio.
Con la soppressione dei Tribunali minori provinciali di Lanciano e Vasto e il conseguente accorpamento a quello di Chieti, il Tribunale teatino diverrà (diverrebbe) il Tribunale più grande, più importane e più ricco d’Abruzzo, con la concreta opportunità per Chieti di diventare una “cittadella della giustizia”, fenomeno che, inevitabilmente, porterà ad una rivitalizzazione del centro storico della città, sotto ogni profilo (non ultimo quello commerciale) e ad una valorizzazione dei tanti immobili attualmente disabitati i quali diverrebbero mete ambite per studi legali. Insomma, c’è la possibilità concreta di rialzare le sorti economiche del centro storico di Chieti. Sembrerebbe però che ci sarebbe una manovra tesa a fare si che il Tribunale di Chieti alla data dell’accorpamento non sia pronto ad accogliere i Tribunali sub-provinciali.
Infatti, fino almeno al luglio scorso i lavori non erano ancora iniziati, pare a causa di un problema burocratico inerente una concezione edilizia o permesso a costruire. Successivamente, i lavori sono partiti a spron battuto. Ma, attualmente sembrerebbe che si siano di nuovo arenati per motivi ai più sconosciuti.
Se questa notizia fosse confermata si correrebbe il serio rischio di non finire in tempo i lavori e di trovarci impreparati ad ospitare i Tribunali di Lanciano e di Vasto.
Così, proprio al fine di vederci chiaro sullo stato dei lavori al Palazzo di Giustizia di Chieti, abbiamo chiesto informazioni ai vari attori in causa, senza aver avuto ancora nessuna risposta.
In particolare, dal Tribunale si preferisce non commentare,suggerendoci di andare ad interpellare i politici. Il Comune a sua volta chiamato in causa ci ha fatto sapere che la competenza è della Provincia e del Provveditorato. Restiamo infine in attesa dell’intervista che ci ha fissato per la prossima settimana la segreteria del Presidente della Provincia di Chieti che auspichiamo possa far luce su cosa sta veramente succedendo.
Fatto sta che pare ci siano diversi poteri forti che sarebbero contrari all’assorbimento dei Tribunali sub-provinciali di Lanciano e Vasto da parte di quello di Chieti e che vorrebbero invece salvare i Tribunali minori, oppure, addirittura, accorpare tutto a Pescara, dove il nuovo Tribunale ha tanti spazi vuoti. Sicuramente i ritardi nei lavori favorirebbero il “gioco” dei “boicottatori”.
Di certo i cittadini non vogliono che per ragioni diverse da quelle della collettività, a causa dell’eventuale incompetenza e dell’inerzia (o della “malafede”) di alcuni amministratori o burocrati, un’opera così importante per la città e per l’intera Provincia, venga buttata alle ortiche.
Nell’opinione pubblica teatina comincerebbe a prospettarsi la fondatezza del sospetto (confermato anche da qualificati avvocati del Foro di Chieti) che tale situazione di stallo non sia dovuta alla negligenza dei dirigenti dei vari enti locali, ma bensì a un piano strategico studiato a tavolino per evitare che il Palazzo di Giustizia teatino possa assorbire quelli di Lanciano e di Vasto ed offuscare inevitabilmente quello della vicina Pescara.
Pertanto a scanso di equivoci, vorremmo sapere da chi di dovere: Come procedono i lavori al Tribunale di Chieti? Ce la faranno gli operai a finire in tempo i lavori per accorpare al Tribunale di Chieti quelli di Lanciano e Vasto o finiremo tutti a Pescara? Qual’è la ragione dell’eventuale blocco dei lavori in questione?
Tratto da www.censorinoteatino.blogspot.it