Elezioni a Giulianova e l’insegnamento di Papa Francesco

A pochi mesi dalle elezioni la realtà politico-amministrativa nazionale e territoriale richiede una riflessione, serena e attenta, sulla necessità di un radicale cambiamento dell’attuale situazione di sfiducia e di generale sofferenza sociale; gran parte della quale a noi sconosciuta perché chiusa nel silenzio della dignità.

Non si tratta soltanto di cambiare stile e contenuti: è urgente cambiare idee, modo di pensare, modo di intendere la politica per poi trasformarla in vero “servizio al cittadino”, non conservarla come occasione di carriera o di vantaggio per una ristretta cerchia di persone direttamente o indirettamente legate alla parrocchia di Partito. Non è più accettabile che posti di lavoro nelle Istituzioni continuino ad essere assegnati in modo poco trasparente e che incarichi importanti vengano occupati da chi ha già un lavoro, o una libera professione, anziché riservati a giovani con titolo di studio specifico e in cerca di prima occupazione, o a padri di famiglia rimasti senza lavoro.
Le scarse risorse dei Comuni non dovranno essere sciupate in iniziative utili più alla propaganda per sé che alle esigenze della collettività; le Istituzioni non dovranno mai più essere gestite come proprietà privata dei Partiti.

Quella del maggio prossimo è l’occasione per avviare la rinascita di Giulianova: la città è ricca di tutte le caratteristiche naturali e strutturali per consentire un futuro diverso. O si continua con l’esistente, e si finisce in miseria, o ci impegniamo tutti nella costruzione della possibilissima rinascita.

E’ giunto il momento di ricordare che il denaro del Comune è denaro comune, cioè dei cittadini che pagano le tasse, non degli Amministratori; quindi, prima di portare un mandato di pagamento in banca lo si pubblichi su Internet affinché tutti i cittadini possano sapere – e giudicare – come vengano spesi i loro soldi, per che cosa e a chi sono destinati.

E’ anche venuto il momento di dire:
•    basta con la promozione d’immagine del politico di mestiere:
•    basta con l’indifferenza verso giovani in possesso di capacità artigiane o di interessanti competenze acquisite con diploma o laurea;
•    basta con le interminabili carriere anche di mediocri;
•    basta con opere pubbliche e concessioni affrettate in vista delle elezioni;
•    basta con i lauti stipendi a carico dei contribuenti;
•    basta con i doppi incarichi quando c’è disoccupazione.
Per cambiare la Politica è necessario che le persone di buona volontà (e con specifiche competenze) piuttosto che restare in disparte facciano un passo avanti tenendo sempre presente – per loro tranquillità – che non è mai la politica a sporcare gli uomini ma che sono sempre gli uomini a sporcare la politica.

Una Politica è nuova se rende i cittadini tutti uguali rispetto al Comune, indipendentemente dai loro orientamenti politici: uguali nei diritti, uguali nei doveri. La sola differenza, doverosa, risiede nella diversità del bisogno: prima devono venire le esigenze dei bambini e delle loro mamme, quindi quelle degli anziani e delle persone sole; in particolare, dei non autosufficienti e di tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, come i padri di famiglia che hanno perso il lavoro: secondo la filosofia di una Nuova Politica, un cittadino non dovrà mai sentirsi solo nella propria città.

Oggi abbiamo la fortuna di ricevere quotidianamente le sincere parole di uguaglianza e di solidarietà di Papa Francesco: chi è in grado di seguirne l’esempio si dedichi all’amministrazione della cosa pubblica. Diversamente, rimanga a casa: non sarebbe utile né a se stesso né agli altri.
La Politica – e certa informazione – hanno il dovere della verità: la Società deve essere servita, non utilizzata.

  Il Responsabile del Movimento
        Eden Cibej

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