La prassi che si é instaurata nel corso degli anni – complice un disinteresse del comune cittadino per la gestione della cosa pubblica che ci ha portato all’attuale situazione, locale e nazionale, di dissesto economico e sociale – appare tuttavia decisamente contraria alle regole democratiche che dovrebbero invece ispirare una competizione elettorale, poiché il programma, i candidati consiglieri e soprattutto il candidato Sindaco, vengono solitamente scelti dalle segreterie di partito o da gruppi ristretti di persone. Solo dopo che le decisioni sono state assunte, i candidati vengono presentati alla collettività, che può solo scegliere quale, tra i soggetti proposti, gratificare con il proprio consenso.
Il meccanismo non funziona o, meglio, non funziona più ed é evidente. Non si vota più il migliore, ma il meno sgradito; l’astensionismo e lo sconforto sono palesi.
Ebbene, per cercare di cambiare rotta ed avviare un nuovo Rinascimento Teramano, ho pensato di lanciare la campagna di sensibilizzazione politica dal nome “Adotta un Sindaco”, con la quale esorto tutti i soggetti che pensano di poter essere idonei alla guida della città, e soprattutto i giovani,a farsi avanti e a proporre il loro decalogo di principi ai quali ispirare l’azione di governo dei prossimi anni. Invito, inoltre, i cittadini che vogliono realmente cambiare le cose a costituirsi in gruppi autonomi di sostenitori, che confluiranno in liste civiche a sostegno del candidato sindaco prescelto.
L’obiettivo é quello di restituire il potere decisionale al cittadino, attraverso l’abbandono delle fallimentari ideologie di partito e l’adesione a centri di interesse economico, sociale, culturale che inducano a votare il leader ritenuto più valido, con il quale condividere idee e progetti, e non quello imposto dalle lobby tradizionali che controllano i partiti e che hanno già deciso cosa fare.
Una lista civica di piccoli esercenti, ad esempio, potrebbe decidere di aderire ad un progetto di riqualificazione del centro città alla sua naturale vocazione turistica, artigianale, commerciale ed enogastronomica, mentre i soggetti interessati a vario titolo all’edilizia potrebbero trovare convincente l’idea di recuperare tutti gli spazi inutilizzati e di convertire la cittá alle energie rinnovabili. Ognuno potrebbe scegliere di raggrupparsi con altri amici per supportare al meglio gli interessi della propria frazione o di un gruppo di piccole frazioni, che diversamente non avrebbero voce in consiglio comunale, mentre quartieri e frazioni grandi potrebbero addirittura correre da sole e scegliere il candidato sindaco che più rispecchia i loro buoni auspici o si impegna ad accogliere le loro idee e proposte.
Dato che non ho l’abitudine di incitare la folla al grido di “armiamoci e partite” del grande Totó, Vi preannuncio che sono in cerca d’adozione e che nei prossimi giorni renderò pubblico il duplice decalogo dei principi e dei progetti ai quali, eventualmente, ispirerò la mia futura attività. Sempre che, beninteso, ci sia qualcuno disponibile ad adottarmi come candidato Sindaco e a lanciarmi verso la competizione elettorale. In caso contrario, sottoporrò le mie idee ai candidati prescelti e sosterrò le iniziative condivisibili, osteggiando, ovviamente, quelle inaccettabili.
Scardiniamo insieme i vecchi sistemi e iniziamo da un approccio alla competizione elettorale realmente democratico e completamente diverso rispetto al passato: adottiamo innanzitutto un Sindaco e partiamo da qui, per scuotere questa città. Non abbiate paura! Vedete all’orizzonte qualcosa di più coinvolgente e di simile ai vostri sogni?
Gianluca Pomante