Ne deriva che i tribunali minori (quelli la cui sede non ricade in un Comune capoluogo di provincia) dovrebbero essere soppressi e, dunque, i tribunali di Vasto e Lanciano dovrebbero essere annessi a quello di Chieti che diverrà ( diverrebbe) il Tribunale più grande, più importante e più ricco d’Abruzzo. C’è la concreta opportunità per Chieti di diventare una “cittadella della giustizia”, fenomeno che, inevitabilmente, porterà ad una rivitalizzazione del centro storico della città, sotto ogni profilo (non ultimo quello commerciale) e ad una valorizzazione dei tanti immobili attualmente disabitati i quali diverrebbero mete ambite per studi legali. Sembrerebbe però che ci sia una manovra tesa a fare si che il Tribunale di Chieti alla data dell’accorpamento non sia pronto ad accogliere i tribunali sub – provinciali. La gara sarebbe stata aggiudicata da un’impresa molisana da circa un anno, ciò nonostante i lavori non sono ancora iniziati, ne è stato rispettato il termine, recentemente prefissato, per l’inizio degli stessi di giugno; tutto ciò pare essere successo perché per un difetto di comunicazione tra Provincia e Comune ( chiamiamolo così), non ci si sarebbe accorti che il progetto prevedeva un ampliamento volumetrico dell’ultimo piano per il quale occorreva una concessione edilizia o permesso a costruire. Tale ostacolo, potrebbe essere superato agevolmente e in breve tempo, tramite una sorta di variante al Piano Regolatore, la quale dovrebbe passare attraverso il vaglio del Consiglio Comunale. Il timore diffuso in città è però che il Consiglio, viste le difficoltà palesate recentemente, possa bloccarsi su un provvedimento di vitale importanza per le sorti di Chieti e dell’intera Provincia. A tal proposito, in città ci si chiede: a chi è imputabile un simile ritardo e l’omesso rilascio della predetta concessione edilizia o permesso a costruire? Come accade sempre in Italia in questi casi c’è stato il classico scarica barile: il Comune ( quale organo tenuto a rilasciare la concessione), sostiene che il rilascio presupponesse una formale istanza della Provincia, la quale a sua volta asserisce che l’incombenza fosse di competenza della Sovrintendenza. Di certo i cittadini non vogliono che, a causa dell’eventuale incompetenza e dell’inerzia ( o della “malafede”) di alcuni amministratori o burocrati un’opera così importante per la città e per l’intera Provincia, venga buttata alle ortiche, rendendo vani gli sforzi bipartisan a suo tempo profusi dal Presidente del Tribunale, dal Presidente dell’Ordine degli Avvocati, dal Sindaco, dal Presidente della Provincia, dall’ex Deputato Lanfranco Tenaglia e dagli altri esponenti di spicco di entrambe le fazioni politiche. Nell’opinione pubblica teatina comincerebbe a prospettarsi la fondatezza del sospetto ( confermato anche da qualificati avvocati del Foro di Chieti) che tale situazione di stallo non sia dovuta alla negligenza dei dirigenti dei vari enti locali, ma, bensì, ad un piano strategico studiato a tavolino per evitare che il Palazzo di Giustizia teatino possa assorbire quelli di Lanciano e di Vasto ed offuscare inevitabilmente quello della vicina Pescara.
Per completezza informativa, informiamo che lunedì 15 si è riunita nuovamente la commissione per la ristrutturazione del tribunale composta: dal Presidente del Tribunale, dal Presidente dell’Ordine degli Avvocati, dal Sindaco e dai dirigenti comunali di competenza, dal Presidente della Provincia di Chieti e dai dirigenti provinciali competenti, dalla Sovrintendenza, nonché dal Responsabile Unico del Procedimento ( R.U.P.), Ing. Barile Chiara che ha assicurato che i lavori inizieranno a breve poiché non ci sarebbe un ampliamento volumetrico tale da richiedere una concessione edilizia o permesso a costruire e pertanto l’ostacolo potrebbe essere superato con una semplice “Segnalazione Certificata di Inizio Attività” ( S.C.I.A.). Va però segnalato che anche nel contesto della commissione di Lunedì 15, il Comune di Chieti, piuttosto che assecondare tale soluzione prospettata dal RUP, ha presentato una nota a firma del Dirigente dell’ufficio Urbanistico in cui, per assurdo, si pongono ulteriori paletti all’avvio dei lavori. Va infine registrato il proposito di alcuni protagonisti della vicenda, interessati alla positiva soluzione della stessa, di trasmettere gli atti alla competente Procura della Repubblica, nonché alla Corte dei Conti per fare luce sulla querelle e verificare la sussistenza di eventuali fattispecie criminose. Intanto, la Commissione per la ristrutturazione del Tribunale di Chieti si riunirà ancora il prossimo 22 corrente mese, staremo a vedere cosa succederà.
Dott. Cristiano Vignali