E se un paio d’anni fa l’abracadabra nelle app mobile era Location Based Social Network, da pochissimo si va facendo largo una nuova parola magica: Social Discovery. Il fenomeno, in costante evoluzione, è legato al “conoscersi di persona”. I sociologi gongoleranno, loro che nella paura dell’altro puntavano il dito. Ma quali attori calcano questo palcoscenico nuovo? Gli emergenti in questo scenario portano i nomi di “Highlight”, ovvero la app che ha ricevuto maggior copertura mediatica, “Banjo” e “Glancee” , benedetta tra tutte le startup non tanto perchè nata dalla mente italiana di Andrea Vaccari quanto perchè è stata di recente acquisita e “sciolta” all’interno di Facebook. I livelli sui quali operano tutte possono essere riassunti in tre: geolocalizzazione dell’utente tramite smartphone, ricerca di contatti nelle vicinanze (con gusti/interessi simili, o basati su amici comuni), connessione reale fra le persone. Quest’ultimo rappresenta una rivoluzione copernicana, saltando a piè pari i limiti imposti dal mondo virtuale. La domanda sorge spontanea come pure il dubbio: quali strategie adottano queste app per conoscere a priori il profilo degli utenti da mettere in contatto? Visto che la stragrande maggioranza di queste si appoggia a social già esistenti, principalmente Facebook. Ed ecco spiegato il motivo per cui Facebook ha dapprima fatto una operazione di acq-hire su “Glancee” per poi sfornare la funzione “Friendshake” – rinominata subito dopo “Find Friends Nearby”. Twitter non è stato con le mani in mano; la sua è una vera scoperta del territorio visto che ha acquisito la startup “Spindle” . Tradotto in soldoni significa consentire agli utenti di conoscere gli accadimenti nei dintorni attraverso le segnalazioni che arrivano dai social media. Mission della startup è costruire un ponte in direzione delle attività commerciali locali, un salto in avanti verso la social discovery. Al successo si approda tramite le nicchie locali. E se “Spindle” ha scommesso subito sulle applicazioni software per dispositivi mobili, la “straup” ha pianificato un’espansione progressiva nelle città degli Stati Uniti grazie al passaparola degli utenti. Al tempo stesso ha mobilitato il tessuto economico dei centri urbani attraverso un preventivo coinvolgimento del pubblico. Un premio meritato, per “Spindle” che dalla sua nascita tre anni fa diventa una costola di Twitter. E il social network social è pronto per il salto: divenire social discovery. La politica di Twitter è stata multiforme. Il servizio cinguettante di social network e microblogging ha imboccato molte strade per aumentare la partecipazione degli iscritti attraverso le connessioni con i posti. Le intuizioni non sono mancate come quella di valorizzare gli hashtag, varando i trend nazionali che riuniscono gli argomenti più discussi nei tweet di una giornata in uno Stato. Se la competizione è affannosa, Twitter recupera terreno rispetto ai rivali. E’ pur vero che ha preso piede nelle viscere di Facebook l’abitudine di taggare i luoghi e di condividere check-in che coinvolgono gli amici in conversazioni. Questa politica ha permesso l’ evidenziarsi di itinerari originali sul territorio grazie alle discussioni nella rete sociale online. La sfida è aperta. Chi la vincerà? Ai posteri! Mariantonietta Sorrentino