L’Aquila. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza un emendamento per sbloccare l’impasse sull’elezione del garante per i detenuti della Regione Abruzzo, che va avanti da 3 anni per via della maggioranza qualificata richiesta di 21 voti, più di quelli della sola maggioranza di centrosinistra, mai raggiunta nelle decine di votazioni svolte, non essendosi trovato l’accordo su un nome, meno che mai sulla candidata di punta dell’amministrazione, Rita Bernardini, esponente del Partito Radicale.
La norma prevede che dopo 3 votazioni a vuoto e non prima di 45 giorni dall’ultima, se nessun candidato raggiunge la soglia delle 21 preferenze, alla quarta basta la maggioranza assoluta dei voti dei consiglieri.
Con un’altra norma inserita oggi, il Consiglio, con propria deliberazione a maggioranza qualificata, può revocare il garante. L’emendamento, del consigliere Paolo Gatti, vice presidente del Consiglio in quota all’opposizione, era inserito in una legge che parla di disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, quest’ultima promossa dal capogruppo del Pd, Sandro Mariani.
Hanno votato a favore i consiglieri di centrosinistra, il consigliere del gruppo misto in quota Sinistra italiana Leandro Bracco e quello di minoranza del Nuovo centro destra Giorgio D’Ignazio. Contrari Cinque Stelle e Forza Italia. Il proponente Gatti è uscito dall’aula.
“Esprimo soddisfazione per l’approvazione del progetto di legge che modifica il sistema di elezione del Garante dei detenuti in Abruzzo, finalmente anche la nostra Regione potrà dotarsi di uno strumento di garanzia a tutela dei cittadini che vivono nelle carceri regionali- è quanto dichiara Sandro Mariani primo firmatario della legge.
La legge prevede che “Se dopo tre votazioni effettuate in tre sedute consecutive, nessun candidato raggiunge il quorum richiesto, il Consiglio procede ad ulteriore votazione, ed è nominato Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti dei Consiglieri assegnati”.
“La nostra proposta – continua Mariani – non stravolge alcun principio democratico ma prevede semplicemente un nuovo quorum dopo la terza votazione al fine di agevolare la nomina del Garante dei detenuti che finora non ha trovato una larga condivisione anche per i meccanismi che prevedevano un quorum dei due terzi dei voti favorevoli espresso in aula dai Consiglieri.
Ringrazio i colleghi Berardinetti e D’Alessandro co-firmatari del provvedimento ed il Consigliere Maurizio Di Nicola per il grande lavoro svolto in Commissione, tutti coloro che ne hanno consentito l’approvazione in aula. Respingo al mittente le accuse di aver prodotto una norma “ad personam”, su questa legge non vi è scritto alcun nome e cognome ma è soltanto il giusto diritto della maggioranza di poter produrre una nomina e dotare così la nostra regione di uno strumento di garanzia, tra l’altro richiestoci da molti settori della società civile abruzzese.
Mi auguro che sia terminato il tempo in cui le forze politiche si dividono su un “nome” facendo pagare ai più deboli ed indifesi la propria indisponibilità a convergere sull’elezione di uno strumento garante dei cittadini. Il garante dei detenuti non è il garante del Pd o della maggioranza , ma è il garante di coloro che sono sottoposti a misure restrittive nelle nostre carceri.
Un numero ed un quorum non possono celare le responsabilità di una maggioranza che ha ricevuto il mandato dagli elettori di operare delle scelte. Sul nome del garante – conclude Mariani – mi farò carico di un ulteriore confronto con le altre forze politiche.”