A breve il governo sbloccherà gli aggiornamenti delle tariffe autostradali: lo ha reso noto il ministro delle Infrastrutture e Traporti, Graziano Delrio, annunciando che la questione approderà a breve sui tavoli del Cipe.
Rispondendo ai giornalisti che nel corso di una conferenza stampa della Federcasa gli chiedevano un commento alla sentenza del Tar che ha dato ragione ai gestori dell’Autostrada dei parchi che chiedevano l’adeguamento delle tariffe, Delrio ha ricordato che “gli aggiornamenti erano stati approvati e poi c’è stato un problema interpretativo”.
“Ora – ha aggiunto – torneranno a breve al Cipe. L’aggiornamento verrà fatto e verrà riconosciuto ai gestori, niente di drammatico, l’aggiornamento ci sarà sicuramente”.
Il Tar, infatti, ha riconosciuto al gruppo Toro, concessionario della Strada dei Parchi (A24 e A25), il diritto di recuperare, attraverso un aumento dei pedaggi, il congelamento di parte degli aumenti sull’aggiornamento delle tariffe. L’aumento potrebbe essere del 10%.
Cna Abruzzo: ‘A pagare gli aumenti non siano imprese e cittadini’
“Il contenzioso tra Strada dei Parchi e Governo sull’applicazione degli aumenti dei pedaggi non si deve scaricare in alcun modo sugli utenti”.
Lo affermano in una nota congiunta le principali associazioni della piccola impresa, dell’artigianato e del commercio abruzzesi (Api-Casartigiani-Claai-Cna-Confapi-Confartigianato-Confcommercio-Confesercenti) intervenendo sulla decisione dei giorni scorsi del Tar del Lazio di riconoscere alla società di gestione delle autostrade da e per Roma, A24 e A25, “Autostrada dei Parchi”, il diritto di applicare aumenti dei pedaggi per il 2015 in modo diverso da quanto allora deciso: ovvero con un incremento uguale per tutte le società di gestione dell’1,5%. Una decisione, se modificata in seguito alla sentenza dei giudici amministrativi, destinata ad avere conseguenze anche su 2016 e 2017, fino a provocare incrementi vicini al 10%”.
Al Governo, le sette sigle del mondo dell’impresa chiedono così “di confermare nella sede indicata dai giudici amministrativi (il Cipe) quanto a suo tempo deciso, e nel caso di impugnare innanzi al Consiglio di Stato la decisione del Tar”.
“Evitando comunque – aggiungono – che debbano essere imprese e cittadini a pagare, ovvero gli utenti delle due autostrade, già duramente colpiti nel corso degli ultimi anni da una raffica di aumenti decisi dal gestore; aumenti che peraltro non hanno contribuito in modo significativo né a migliorare la qualità del servizio né gli standard di sicurezza delle due arterie”.