Pescara. “Il Movimento 5 Stello lo ha ribattezzato immediatamente Sfascia Italia. Ed oggi la Corte Costituzionale conferma le parole che i portavoce Abruzzesi del M5S hanno sempre ribadito dalla prima discussione in Parlamento del 2014 fino alla risoluzione in Consiglio Regionale di Sara Marcozzi nel 2015, in cui si chiedeva alla Regione di impugnare questa norma che avrebbe favorito un vero e proprio sventramento del territorio”.
E’ quanto si legge in una nota a firma del Consigliere regionale Sara Marcozzi.
“Abbiamo presentato in Consiglio regionale numerosi atti – afferma Marcozzi . abbiamo scritto una lettera aperta a Mazzocca e D’Alfonso, abbiamo denunciato il Bipolarismo Pd sulla questione Sblocca Italia in ogni piazza d’Abruzzo. Abbiamo denunciato attraverso conferenze stampa e dichiarazioni pubbliche tutti i pericoli celati dietro il decreto Sblocca Italia, che per noi era palesemente incostituzionale. Parole non ascoltate dalla maggioranza di centro sinistra in Regione ed atti regolarmente bocciati in Consiglio in nome dell’appartenenza partitica.
Oggi la Corte Costituzionale da Ragione al M5S e sentire che l’ex assessore con delega all’Ambiente Mario Mazzocca si ritiene, addirittura soddisfatto, perché la Corte dichiara incostituzionale una norma promossa dalla stessa forza di governo con cui guida la Regione Abruzzo ci sembra fuori luogo e anche un po’ ridicolo”.
“Il 30 settembre 2015 – si legge ancora nella nota – Sara Marcozzi presentava in Regione una risoluzione affinché il Consiglio regionale prendesse atto dell’incostituzionalità del D.L. Sblocca Italia e si impegnasse ad impugnare la legge di conversione, costringendo D’Alfonso a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale: “Prometteva di “salvarci dagli ufo”, ora ha l’occasione di dimostrarlo impugnando la legge di conversione e tutti gli articoli e le disposizioni incostituzionali e in danno della nostra Regione”.
“Le nostre battaglie in Consiglio come fuori – conclude Marcozzi – le abbiamo portate avanti affinché venisse dichiarato incostituzionale un Decreto che da un lato strizzava l’occhio alle trivellazioni dell’adriatico, dall’altro contemplava la realizzazione di inceneritori in terra D’Abruzzo.
Una battaglia che ha rappresentato uno sforzo immane nei primi due anni di legislatura e che oggi ci rende più che mai soddisfatti e orgogliosi. Noi possiamo dirlo senza apparire ridicoli”.