Pescara. “Bene un piano che punta alla prospettiva dell’economia circolare come una grande opportunità per la nostra regione per la risoluzione di annosi problemi legati alla gestione dei rifiuti e più in generale per un uso efficiente delle risorse, favorendo lo sviluppo occupazionale ed economico.
Ma non si possono più tollerare i ritardi”. Lo affermano Legambiente e Wwf Abruzzo a proposito del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Un piano che, secondo le associazioni, “rappresenta una grande opportunità per armonizzare la gestione dei rifiuti con la tutela della salute e dell’ambiente ma anche per favorire una migliore sostenibilità economica dell’intero sistema a vantaggio dei cittadini.
Dalla lettura si evince che la prevenzione così come la preparazione al riutilizzo e al riciclaggio assumono un valore determinante ai fini della riduzione dello smaltimento a discarica e dell’esclusione del recupero energetico per contrastare il ‘decreto inceneritori'”. Gli ambientalisti si dicono d’accordo sull’idea di “massimizzare le politiche di riduzione del rifiuto, di potenziare ed agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani che nell’ultimo anno (2016) si è assestata intorno al 52,69%, con la provincia di Pescara in coda al 38,28%”.
Citando i comuni con un elevato numero di abitanti nei quali si ha una produzione di rifiuti urbani, nel 2015, è pari a 311.387,21 tonnellate, cioè il 53% dei rifiuti complessivamente prodotti nella regione, Wwf e Legambiente sottolineano che “l’obiettivo previsto dal nuovo piano di raccolta differenziata al 70% di media regionale al 2022, può essere raggiunto solo se su questi comuni si spinge sulle raccolte porta a porta, con una riorganizzazione dei servizi estesi alla totalità degli abitanti e con il raggiungimento di buone performance.
Si deve inoltre puntare con maggior forza al conseguimento di produzione di rifiuti urbani indifferenziati al di sotto dei 130 chilogrammi annui per abitante previsti dal piano sempre al 2022, anche se nel 2016 si è registrato un leggero aumento”.
Gli ambientalisti si concentrano anche sul concetto di ‘rifiuti free’, sul ruolo “centrale” dell’impiantistica e l’utilizzo delle discariche regionali, con “progressiva chiusura di quelle non strategiche”, e sulla tariffazione.
Grande attenzione”, inoltre, all'”enorme ritardo in cui versa il processo d’istituzione della dell’Agir, strumento di organizzazione della nuova governance, necessario per il raggiungimento dei diversi obiettivi che il piano si pone”.
“si è ravvisata la necessità di mantenere viva un’attività continua di comunicazione-informazione adeguata rivolta ai cittadini e non solo gli addetti ai lavori – dicono le due associazioni – Il futuro della gestione dei rifiuti passa per l’innovazione ambientale e per la definizione di regole chiare e trasparenti per facilitare il riciclo.
Un tema sottolineato più volte anche dall’Europa e ben spiegato nelle varie Direttive. Le barriere che ostacolano questo orizzonte sono tante, per questo è importante che gli obiettivi prestazionali del nuovo piano siano rispettati e continuamente monitorati, affinché si realizzi quel salto di qualità che l’Abruzzo merita e si esca definitivamente fuori dall’ottica della discarica e dell’incenerimento”.