Avezzano. ‘Nel Consiglio Regionale del 13 dicembre scorso, non si è arrivati a poter discutere il DEFR, perché la maggioranza si è sfaldata intorno alle 21.00 e di conseguenza è slittata anche la possibilità di prendere in considerazione e mettere in programma il salvataggio del tribunale di Avezzano e degli altri tribunali soppressi.
Ranieri ha poi parlato del previsto incontro di sabato 17 dicembre organizzato dai presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale, D’Alfonso e Di Pangrazio negli uffici di viale Bovio:
“Ci auguriamo che questo incontro non sia solo l’ultimo tassello di un percorso dilatorio il cui fine ultimo sembra essere quello di condurre alla consunzione i presidi soppressi. È ora che la Regione si assuma la responsabilità di una scelta.
Il Movimento 5 Stelle parteciperà alla riunione con i suoi rappresentanti in parlamento per difendere e riaffermare quel diritto di equo accesso alla giustizia che rischia di scomparire per oltre 420.000 abruzzesi e che dovrebbe essere difeso non soltanto dai professionisti del diritto, ma da tutti i cittadini.”
“Si tratta di una battaglia che non è politica, ma civile, e che vogliamo condurre assieme a tutti i rappresentanti del territorio, di ogni schieramento,” conclude il consigliere pentastellato, “perché vengano salvaguardati, in particolare quei presidi i cui territori subirebbero il danno maggiore dalla chiusura, per l’ampiezza dei bacini di riferimento e per il loro ruolo di fondamentale baluardo contro l’infiltrazione della criminalità organizzata, poiché posti al confine con il Lazio e il Molise.”
“Sarebbe inaccettabile una decisione del genere che si rifiuta di entrare nel merito, cioè dove tutto è uguale, ma la nostra Regione, a partire dalla conformazione del territorio, presenta caratteristiche tra zone interne e costa, che richiedono una presenza articolata e specializzata dei tribunali”.
”Penso alle zone interne, come per Sulmona o Città-territorio come Vasto, Lanciano ed Avezzano. Si tratta di corrispondere alla domanda di giustizia, alla celerità delle decisioni, il servizio di Giustizia adeguato e legato al territorio, anche perché nei presidi considerati “minori” i numeri sono enormi, nessuno si gira i pollici, ma il lavoro al contrario è impressionante.
Ora dobbiamo lavorare in questo senso,con chiarezza, in questo arco temporale dei due anni, chiarendo al Ministero che una decisone del genere è inaccettabile, le soluzioni ci sono, anche perché gli Enti locali e Regione hanno già dimostrato di poter fare la propria parte facendosi carico anche di parte degli oneri, altrimenti sarà battaglia”.