“Incidere immediatamente, con vere risorse attraverso azioni precise, sull’economia regionale con la riduzione delle tasse, l’alleggerimento del carico fiscale e convincere le imprese ad investire in Abruzzo così che le famiglie ritrovano la tranquillità di tornare a consumare e sostenere la domanda interna”.
Questa la proposta del Presidente della Commissione vigilanza e Consigliere regionale Mauro Febbo dopo aver letto i dati Istat sull’occupazione in Abruzzo. Infatti – spiega Febbo – sono molto preoccupato poiché nel III trimestre 2015, in Abruzzo, gli occupati sono 467 mila contro i 471 del III trimestre 2014 per cui si registrano 4 mila occupati in meno ed un decremento dello 0,8% a fronte di un incremento nazionale dell’1.1% . Invece nel IV trimestre 2014 gli occupati erano 502 mila mentre nel III trimestre 2015 scendono a 467 mila subendo una flessione di ben 35 mila unità. In valore percentuale, l’Abruzzo, ha subito un decremento degli occupati del 6,9% in controtendenza con l’incremento nazionale che si è attestato all’ 1,2%. Il decremento degli occupati in Abruzzo del 6,9% è stato il peggiore risultato tra le regioni italiane. Inoltre, sempre i dati Istat rilevano come, sempre nei primi nove mesi 2015, l’export dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto ha segnato una flessione dell’1,4%, valore in controtendenza con il dato nazionale che invece è cresciuto del 2,9%; il numero delle imprese artigiane diminuisce di 700 unità dopo averne perse 3.500 negli anni dal 2008 al 2014; il PIL in Abruzzo per l’anno 2014 ha subito un decremento del 2,5%, (dati Istat) e che pone la regione all’ultimo posto della graduatoria nazionale.
I dati esposti – sottolinea Febbo – confermano lo stato di grave crisi in cui si versa l’economia abruzzese ed evidenziano un sistema produttivo locale molto fragile. Numeri che devono far riflettere la comunità politica di chi oggi è al Governo regionale poiché la precedente legislatura aveva invertito la tendenza ed in cinque anni abbiamo centrato l’obiettivo storico di portare i conti della sanità in avanzo, riducendo il debito pubblico del 25 per cento – circa un miliardo di euro – tagliando di un terzo la spesa pubblica, diminuendo le tasse e conducendo una vera e propria crociata contro gli sprechi e i privilegi della politica”.
“In questi giorni durante i lavori in Commissione Bilancio – spiega il capogruppo alla regione di Forza Italia Lorenzo Sospiri – abbiamo insistito, ma senza risultato, di visionare Bilancio regionale al fine di capire quali azioni il Governo di centrosinistra intenda mettere in campo per rilanciare l’economia, gli investimenti e soprattutto l’occupazione. Ma questo non ci è stato concesso visto che il documento era segregato e blindato e non siamo riusciti a presentare i nostri emendamenti migliorativi per rilanciare l’economia e l’occupazione. Il quadro si presenta ancora più grave e complicato dopo aver ascoltato, sempre in Commissione, l’audizione dell’Assessore Silvio Paolucci che ha svelato come l’Abruzzo, per ripianare i debiti della sanità, non usufruirà della possibilità di spalmare il debito in 10 anni, come previsto nella Legge di Stabilità per tutte le Regioni italiane, ma bensì in 7 anni. Questa scellerata decisione comporterà per gli abruzzesi pesanti tagli sul bilancio regionale, per la precisione 30 milioni di euro all’anno, andando ad incidere su servizi essenziali per i cittadini. Adesso si capisce anche il nervosismo registrato da parte della maggioranza in questi giorni durante i lavori della Commissione bilancio fortemente in difficoltà poiché è palese l’incertezza nella formazione dei vari capitoli del bilancio regionale”.
“L’Abruzzo deve tornare a invertire la rotta – rimarca il gruppo consiliare di Forza Italia – e intraprendere politiche indirizzate esclusivamente alla crescita e sviluppo come fatto nel recente passato dal governo di Chiodi dove non si è contratto un solo euro di debito, né sottoscritto nuovi mutui (mentre D’Alfonso ha appena indebitato la Regione con un mutuo nuovo di zecca per 100 milioni di euro) impegnando le future generazioni, né tantomeno sono state tagliate risorse alla sanità ma eliminate solo le spese inutili per il funzionamento della macchina amministrativa, dalle auto blu al coacervo degli enti, ai consigli di amministrazione. Tutte misure in grado di liberare risorse nuove che non devono essere impiegate per pagare onerose rate di mutuo o per sovvenzionare spese improprie (feste, festarelle e sagre) o carrozzoni politici ma per finanziare lo sviluppo strutturale di questa regione, delle famiglie, delle imprese e del territorio”.
“Pertanto – conclude Febbo – oggi il sottoscritto continuerà a lavorare in Consiglio regionale per chiedere con forza e determinazione una politica economica attiva che punti a investire importanti risorse tese a far cambiare passo al sistema produttivo abruzzese e per fare ciò si deve migliorare la competitività delle imprese (in particolare delle micro-imprese) e, soprattutto, attraverso sgravi fiscali, abbattimento delle tasse e agevolazioni per incrementare le assunzioni”.