L’Aquila. Il Consiglio dei ministri ha deliberato l’impugnativa della Legge della Regione Abruzzo n. 29 del 14/10/2015, “Provvedimenti urgenti per la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema della costa abruzzese”, in quanto invade “materie di esclusiva competenza statale”.
La legge pubblicata nel Burat n.105 del 14 ottobre, spiega in una nota di palazzo Chigi, dispone il divieto delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, invadendo materie di esclusiva competenza statale, in violazione degli articoli 3, 5, 97, 117, terzo comma, e 118 della Costituzione.
MARCOZZI (M5S) “L’UNICA STRADA PER BLOCCARE LE TRIVELLAZIONI E’ LA LEGGE DI INIZIATIVA REGIONALE ALLE CAMERE”
La legge Pietrucci Mazzocca, che reintroduce il divieto esteso alle 12 miglia per ricerca e coltivazione di idrocarburi, viene impugnata dal Governo e non passa perché è incostituzionale! “Lo avevamo detto fino a perdere il fiato” commenta Sara Marcozzi “questa legge è stata l’ennesimo palliativo mediatico e oggi il Consiglio dei Ministri presenta il conto”.
Tuona il M5S che nei lunghi mesi della lotta contro Ombrina ha sempre sostenuto che le leggi proposte dalla maggioranza e il referendum sono stati solo una possibilità per lavarsi le coscienze, di certo non La possibilità per scongiurare finalmente le trivellazioni in Adriatico. “L’unica strada è quella della legge di iniziativa regionale alle camere presentata dal M5S e approvata dal consiglio regionale – afferma sempre con più convinzione Sara Marcozzi, prima firmataria della legge – che va a modificare ed abrogare parzialmente l’articolo 35 del Decreto Sviluppo. ”.
“Abbiamo a che fare con un Governo centrale” continua Sara Marcozzi “che sta in tutti i modi dimostrando il totale disinteresse per la nostra Regione e per uno sviluppo sostenibile. Governo ampiamente appoggiato dai parlamentari abruzzesi di ogni schieramento, M5S escluso, che hanno votato a favore dello Sblocca Italia e che oggi firmano per i referendum no-triv”.
“Tutti i consiglieri regionali” incalza la Marcozzi “devono, oggi più che mai, costringere i deputati e senatori dei loro partiti a far calendarizzare la nostra legge in Parlamento e a votarne l’approvazione. Ombrina deve essere bloccata dai parlamentari a Roma. Lo sappiamo noi, lo sa il PD, SEL e anche la Corte Costituzionale.”
DI STEFANO (FI): “La competenza è dello Stato”
“Apprendiamo sull’impugnativa del Governo sulla legge regionale che avrebbe dovuto evitare le prospezioni a mare ed in particolare la realizzazione di Ombrina. A questo punto alcune considerazioni vanno fatte: appare evidente la ferma volontà del Governo di consentire la realizzazione di Ombrina come altrettanto evidente che i tanti parlamentari abruzzesi, che sostengono il Governo, non hanno alcuna capacita d’interdizione sullo stesso. Ma il dubbio è che pirandellianamente D’Afonso&co stiamo facendo il gioco delle parti: tutti vogliono che Ombrina si realizzi, ma c’è qualcuno che deve salvare la faccia in Abruzzo ed allora si fa bocciare da Roma scelte esclusivamente di facciata. Perché delle due l’una: o il mega Presidente che va a parlare di trasporti sui tavoli europei emigra all’estero perché non è ascoltato a Roma e non conta nulla nel suo Governo amico oppure fa il gioco delle parti prendere in giro gli abruzzesi che però oramai lo conoscono bene” sono le parole dell’on. Fabrizio Di Stefano a seguito dell’impugnativa del Governo sulla legge regionale che avrebbe bloccato le prospezioni a mare, tra cui Ombrina.
Mazzocca: non sorprende il NO del governo alla legge anti-trivelle
Non ci sorprende affatto la decisione del Consiglio dei ministri con cui ha deliberato l’impugnazione della legge della Regione Abruzzo n. 29 del 14 ottobre 2015, recante “Provvedimenti urgenti per la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema della costa abruzzese”. Secondo il Consiglio dei ministri la legge regionale sarebbe costituzionalmente illegittima in quanto, disponendo il divieto delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, invaderebbe la competenza esclusiva dello Stato in materia di energia e si porrebbe in violazione degli articoli 3, 5, 97, 117, terzo comma, e 118 della Costituzione. Sulla base di tale delibera – non ancora pubblicata – l’Avvocatura dello Stato procederà, quindi, alla elaborazione del ricorso, che verrà depositato in Corte costituzionale e per la cui espressione dovranno attendersi alcuni mesi. Nel frattempo, la Regione Abruzzo chiederà al TAR Lazio di voler sospendere in via cautelare, nelle more del giudizio della Corte, i provvedimenti amministrativi riguardanti “Ombrina mare”.
È la riprova del fatto che la nostra iniziativa legislativa ha colto nel segno. Eravamo ben consci tanto dell’elevata possibilità di incostituzionalità del progetto di legge, quanto della pressante esigenza di porre un freno alla deriva petrolifera perseguita dal governo nazionale nell’ottica di concreto sostegno alla proposta referendaria nel frattempo lanciata da 10 Regioni.
Non, dunque, «l’ennesimo palliativo mediatico» come si è purtroppo rivelata la «legge di iniziativa regionale alle camere», la cui operatività differita precludeva ‘ab origine’ ogni tipo di reale contrasto al processo di petrolizzazione in Adriatico (progetto “Ombrina Mare” incluso) nei tempi che la situazione imponeva, ma una concreta iniziativa tesa a consentire ai cittadini di esprimersi su di un tema vitale per le generazioni del futuro. La sostenibilità dello sviluppo, intesa non più come esigenza ma quale ineludibile necessità, è il tema su cui l’imprenditoria mondiale proprio in questi giorni – sta progressivamente convenendo in maniera diametralmente opposta all’anacronistica e retrograda posizione di Confindustria regionale.
È proprio sul fronte del “REFERENDUM NO TRIV”, per altro, va registrata un’importante notizia. La Corte Costituzionale ha fissato l’udienza nella quale valuterà l’ammissibilità dei sei quesiti: 13 gennaio <http://www.abruzzoindependent.it/img/3bcda8f2aed2c8f1fdea1c020dadcf39/17065.jpg> 2016. Lo scorso 28 novembre la Corte di Cassazione aveva dichiarato “conformi alla legge” i sei quesiti referendari “anti trivelle” – ovvero sulle procedure per l’estrazione di idrocarburi e sul “limite” in mare per le piattaforme petrolifere – presentati da dieci consigli regionali (Abruzzo in testa) che riguardano l’abrogazione di alcune parti dell’articolo 38 dello “Sblocca Italia” e di alcune norme collegate, nonche’ dell’articolo 35 del “Decreto Sviluppo”<http://www.abruzzoindependent.it/img/3bcda8f2aed2c8f1fdea1c020dadcf39/17065.jpg>.
E’ evidente che tale risultato è stato raggiunto anche grazie alle varie iniziative da noi intraprese. Ora si entra nella fase della concretezza, per la quali ci auspichiamo che venga dato massima rispetto al voto popolare dei cittadini per fermare la deriva petrolifera del nostro territorio e del nostro mare. Noi, come sempre, siamo pronti.