Un nuovo incontro, l’ennesimo, tra la proprietà dell’azienda Rolli di Roseto e i rappresentanti sindacali e del lavoratori si sta svolgendo questa mattina nella sede di Confindustria a Sant’Atto, per conoscere le proposte aziendali riguardanti il cambiamento di contratto che passerebbe da industriale ad agricolo.
In un tira molla continuo iniziato già dallo scorso giugno, quando per la prima volta l’azienda ha paventato questa ipotesi ai dipendenti, sono state diverse le iniziative di protesta portate avanti dai lavoratori che a tutt’oggi ancora non conoscono le eventuali condizioni contrattuali pensate per loro. Il cambiamento riguarerebbe i 600 stagionali e i quasi 250 fissi e andrebbe a ridurre in maniera sostanziale non solo il valore dello stipendio, ma anche le altre garanzie, quali la disoccupazione e la malattia, sulle quali i dipendenti possono fare affidamento nel periodo in cui non hanno il contratto. Nel settore agricolo, infatti, è prevista l’assunzione a chiamata e anche dal punto di vista retributivo il salario sarebbe inferiore del 40% circa rispetto a quello industriale.
“Siamo qui oggi” hanno detto stamattina alcuni lavoratori presenti nella sede di Confindustria, “per dire no all’agricoltura. Quello che non accettiamoè una modifica contrattuale che andrebbe incontro solo alle esigenze economiche dell’azienda. Non stiamo parlando di un’attività in crisi, il lavoro c’è ed anche in abbondanza. Per questo riteniamo ingiusto che si attui un cambiamento tenendo conto solo della convenienza economica dell’azienda, che magari prenderà degli incentivi, ma che non pensi affatto ai dipendenti che si ritroverebbero dall’oggi al domani in mezzo ad una strada”.
E a portare la solidarietà ai lavoratori della Rolli c’erano questa mattina anche alcuni “colleghi” della ditta Amadori, consapevoli che, se venisse presa una decisione del genere, si potrebbe avere un effetto a catena per tutta la catena, coinvolgendo anche le altre attività che si occupano del settore alimentare.