Bollette vecchie, dopo quanto tempo puoi buttarle: la legge non ammette errori

Non è necessario conservare le ricevute di pagamento delle bollette, delle multe o delle tasse per sempre: esistono delle tempistiche precise.

Non è raro aprire cassetti, librerie o scaffali e trovare faldoni pieni di bollette, multe o vari versamenti già pagati in passato. Spesso, nonostante siano passati anni dal versamento, in molti tendono a non gettare la ricevuta per paura che possa essere richiesto un nuovo pagamento e doversi ritrovare a dimostrare di averlo già effettuato.

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Bollette, multe e pagamenti, per quanto tempo è necessario non gettarli (Abruzzo.cityrumors.it)

In realtà, esistono dei tempi ben precisi per la prescrizione del credito e, dunque, per la conservazione delle ricevute. A fare chiarezza è stata l’Adoc (Associazione Difesa e Orientamento Consumatori) che ha svelato dopo quanto tempo possono essere gettate senza incappare nel rischio di dover pagare due volte la stessa bolletta o la stessa multa.

Bollette, per quanto tempo conservare le ricevute

L’Adoc, come già detto, ha voluto spiegare ai consumatori per quanto tempo è necessario conservare una ricevuta che potrebbe essere richiesta successivamente dall’autorità di riferimento per dimostrare, appunto, l’avvenuto pagamento.

Documenti per quanto tempo conservarli
Documenti, per quanto tempo conservare bollette e pagamenti vecchi (Abruzzo.cityrumors.it)

In realtà, non esiste una tempistica uguale per tutti i versamenti, ma bisogna distinguere in base alla tipologia. Per quanto riguarda le bollette delle utenze domestiche (acqua, gas e telefono) è necessario conservarle per 5 anni prima che il credito cada in prescrizione e non può più essere richiesto dall’autorità di riferimento. Stesse tempistiche anche per l’affitto, i pagamenti delle quote condominiali e la tassa sui rifiuti urbani (Tari), per quest’ultima, però, i 5 anni scattano dall’anno successivo a quello di pagamento.

Per la bolletta della luce il discorso cambia e bisogna conservarle per 10 anni. Questo perché le ricevute del Canone Rai vanno conservate per un decennio e, dal 2016, l’imposta sulla detenzione di apparecchi televisiva viene pagata proprio attraverso la bolletta dell’energia elettrica.

Multe, tasse e altre spese

È necessario conservare per cinque anni anche le ricevute dei pagamenti dei tributi, ad esempio l’Imu, le dichiarazioni dei redditi o quelle relative alle spese da detrarre, come le parcelle mediche. Le tempistiche aumentano in caso di ristrutturazioni edilizie o riqualificazione energetica, dato che le detrazioni vengono spalmate su 10 anni: le ricevute, dunque, andranno conservate per 5 anni successivi all’ultima rata, dunque, in totale 15 anni.

Le multe, le ricevute dell’assicurazione dei veicoli devono essere conservate per 5 anni, mentre per quanto riguarda il bollo auto le tempistiche di prescrizione scendono a 3 anni. Per i documenti bancari i tempi di conservazione variano: estratti conto (10 anni), rate del mutuo e titoli di stato (5 anni), cambiali (3 anni). Infine, non vanno mai gettati i documenti notarili come i rogiti o le donazioni.

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