Il pivot italo-brasiliano, classe 1986, approda in gialloverde per portare esperienza, personalità e gol: «Credo nel lavoro e nell’umiltà. Darò il massimo per la salvezza della Tombesi»
Ortona. Come anticipato dal presidente Alessio Tombesi dopo la partita di sabato scorso, la Tombesi interviene sul mercato per rafforzare la squadra e rilanciare le proprie quotazioni in chiave salvezza. Dopo le partenze di Murò, Chávez e Hachimi, il primo colpo è un pivot, ruolo in cui la formazione di mister Di Vittorio è di fatto sguarnita da inizio stagione.
Su Luiz Henrique Borsato non è necessario prodursi in particolari presentazioni, trattandosi di un atleta più che noto al pubblico del futsal italiano. 35 anni, spesso avversario della Tombesi negli ultimi anni con la maglia del Cobà (con la quale ha segnato 27 gol nella passata stagione di A2), è già andato a segno 9 volte in questi primi mesi di campionato con il Porto San Giorgio, nel girone B di A2. Da lui, la Tombesi si aspetta di avere un surplus di esperienza e di personalità, in una squadra piena di giovani e alle prese con il girone più ostico tra i quattro della A2. Oltre a questo, Borsato potrà porre rimedio a quel problema del gol, delle troppe occasioni sprecate, che perseguita sin da inizio stagione la Tombesi.
«Ho deciso di venire a Ortona soprattutto per l’ambizione e la serietà della società. Ho un grande amico nella Tombesi, Andrei Bordignon, che mi ha parlato benissimo dell’ambiente, e da quando conosco la Tombesi ho visto che hanno sempre costruito squadre forti, capaci di ben figurare nelle zone alte della classifica. Quest’anno ci troviamo nelle parti basse, già dalla prima chiamata con il Presidente ho capito subito che voleva uscire quanto prima da questa situazione. Sinceramente ho visto poco le partite di quest’anno della Tombesi, so che è una squadra giovane con alcuni elementi di esperienza, da parte mia spero di ripagare la fiducia della società nei miei confronti. Come ho sempre fatto, sarò a disposizione di tutti e darò sempre il massimo, credo nel lavoro durante la settimana e nell’umiltà: chi lavora forte e a testa bassa prima o poi raccoglie i frutti. Non sarà facile, ma credo tantissimo nella salvezza della Tombesi».