Le parole del presidente, Alessio Tombesi: «Siamo davvero all’inizio di un nuovo ciclo, con una squadra giovane nel girone più duro. Abbiamo rischiato di non iscriverci: da Ortona e dall’amministrazione comunale solo indifferenza, questa società continuerà ad esistere fin quando la mia famiglia manterrà la passione»
Ortona. Consueta intervista d’agosto per Alessio Tombesi, subito dopo il sorteggio dei gironi di A2 e con una rosa, quella gialloverde, ormai quasi del tutto definita.
«Si può dire che quest’anno inizi davvero un nuovo ciclo per la Tombesi. Dopo quattro anni abbiamo salutato giocatori importanti, che hanno fatto la storia di questa società, optando per un roster dall’età media molto più giovane. Andrei Bordignon e Dario Dell’Oso saranno gli unici al di sopra dei trent’anni, per il resto abbiamo puntato su ragazzi che già erano con noi lo scorso anno, ma chiamati quest’anno a crescere ancora di più, e su ragazzi stranieri, alcuni dei quali alla loro prima esperienza in Italia, ma sui quali noi puntiamo molto. L’impressione, avendo parlato con tutti solo, per il momento, al telefono, è di un gruppo fatto di giocatori con tanta voglia di crescere e di emergere».
Da quando è in A2, la Tombesi ha sempre allestito squadre ambiziose, con l’obiettivo minimo di puntare ai playoff. Questa nuova squadra, con le caratteristiche che hai appena elencato, e considerando il girone in cui è capitata, a quale obiettivo deve puntare?
«Il primo obiettivo non può che essere la salvezza. Dobbiamo difendere la categoria, nel girone più duro dei quattro di A2. Troveremo tante squadre forti, alcune attrezzate per vincere il campionato, come ad esempio l’Ecocity o il Pomezia, e in generale affronteremo tanti ex della Tombesi: penso a Mambella nell’Active Network, a Del Ferraro nell’Italpol, a Lara nell’Ecocity, a Zanella nel Pomezia. Gli anni scorsi abbiamo avuto anche noi tanti grandi nomi, giocatori affermati con tanta esperienza, magari provenienti dalla serie A, eppure non abbiamo vinto. Al contrario, abbiamo visto squadre di giovani o a budget più basso fare splendidi campionati e poi strada nei playoff: per limitarmi solo allo scorso anno, penso al Cus Molise, alla Roma, all’Active Network. Questo per dire che non sempre i grandi nomi o i giocatori affermati sono garanzia di vittoria».
La scelta di puntare sui giovani riflette anche la più ampia strategia societaria di potenziare il settore giovanile.
«Abbiamo già annunciato l’arrivo di Sonia Guglielmo come allenatrice della Scuola Calcio. A breve annunceremo anche i nuovi tecnici di Under 19 e Under 17 e gli ingressi a livello dirigenziale, per rendere il nostro settore giovanile sempre più efficiente. Per il futuro, la Tombesi dovrà necessariamente basarsi sempre più sul proprio vivaio. Colgo l’occasione per salutare e ringraziare Filippo Della Valle, che dopo cinque anni non farà più parte della Tombesi: oltre alle doti tecniche, abbiamo apprezzato prima di tutto le sue grandi doti umane e lo ricorderemo sempre con affetto. L’unico rammarico è legato alla stagione 2019/2020, quando l’Under 19 sotto la sua guida aveva tutto per fare un bel cammino nei playoff, ma poi questa maledetta pandemia ha mandato tutto all’aria».
Proprio la pandemia è all’origine della situazione di difficoltà che ha fatto correre il rischio alla Tombesi di non iscriversi al prossimo campionato.
«La crisi, già presente e aggravata dal covid, c’è per tutti. Alcuni giorni prima della chiusura delle iscrizioni ci siamo trovati in una situazione di grande difficoltà. Abbiamo provato a chiedere sostegno, invano. Purtroppo, è triste doverlo ammettere, ma la città di Ortona non ha mai risposto presente, nonostante la A2 raggiunta sul campo e il grande spettacolo sportivo offerto in questi anni. Ciò si riflette non solo nelle scarse presenze al palazzetto, ma anche nel fatto che nessun imprenditore o privato cittadino si è mai avvicinato a noi per darci una mano. Quanto alla politica, l’amministrazione comunale non si è spesa mai in alcun modo a nostro favore, ma non ne faccio una questione di colore politico, perché nemmeno dall’opposizione sono mai arrivati sostegno e aiuto concreto. Alla fine, per iscrivere la squadra, la famiglia Tombesi ha dovuto attingere al proprio conto personale. Questo significa che a Ortona continuerà a farsi calcio a 5 ad alti livelli solo fino a quando la mia famiglia manterrà la voglia e la passione, perché altri ritorni non ne abbiamo. Ma essendo soli, con la situazione generale in cui stiamo vivendo, dobbiamo necessariamente ripartire dai giovani. Sostenere 400.000 euro l’anno, come nelle ultime stagioni, per noi non è più sostenibile. Per garantire a questa società la sopravvivenza, è stato necessario cambiare strategia».