Una tragedia immane sconvolge il mondo dello sport: arriva la notizia di un lutto a cui nessuno avrebbe voluto assistere.
«Morire e far morire è un’antica usanza che suole aver la gente» cantava Giorgio Gaber. Un’usanza alla quale però facciamo fatica ad abituarci. Il lutto nel mondo dello sport colpisce poi con particolare violenza. Sembra quasi impossibile che uomini e donne nel fiore degli anni e tanto vigorosi possano trovare la morte.
Eppure succede. Mai dimenticarsi che lo sport è anche e soprattutto slancio in attività rischiose, al limite delle possibilità umane. E dove c’è rischio, dove c’è il limite, c’è la possibilità della ferita suprema: la morte. Ancora una volta la nera signora è venuta a visitare il mondo degli sportivi. E come sempre ha lasciato tutti attoniti. Questa volta, come spesso accade, è stato il mondo del motociclismo a pagare il tributo di una vita.
Lutto nel mondo dello sport, ecco cosa è successo
È morto infatti il motociclista catalano Carles Falcon, 45 anni, di Terragona. Non è sopravvissuto alla caduta patita durante la seconda tappa della Parigi-Dakar 2024. Lo storico rally-raid, arrivato alla sua 46esima edizione, piange così l’ultimo concorrente morto.
Da quando è nata, nel 1979, la Parigi-Dakar ha assistito alle morti di 28 motociclisti. Il totale delle vittime però ammonta a 78: tra loro anche l’ideatore Thierry Sabine, schiantatosi in elicottero contro una duna in Mali nel 1986. A questo tragico elenco si è aggiunto anche il nome di Carles Falcon, deceduto dopo otto giorni di agonia. Troppo gravi le conseguenze dell’incidente avvenuto nella frazione tra Al-Henakiyah e Al-Duwadimi, in Arabia Saudita.
Il motociclista spagnolo aveva riportato un trauma cranico con edema cerebrale, frattura della vertebra cervicale C2 e arresto cardiorespiratorio. I danni causati dalla mancanza di ossigeno al cervello sono stati fatali per lui. Di professione informatico, Falcon partecipava per la seconda volta alla Parigi-Dakar. Appassionato di moto, aveva fondato col compagno di squadra Isaac Feliù l’azienda che dava il nome al team TwinTrail. A comunicare la notizia della morte di Falcon è stato il team per cui correva e di cui era fondatore.
Il primo ad accorgersi di cosa fosse successo è stato il portoghese Alexandre Azinhais, che ha avvistato Falcon al km 448 della prova speciale. Per 15 minuti il motociclista ha provato a rianimarlo mentre attendeva i soccorsi. Successivamente lo spagnolo è stato trasportato in elicottero prima ad Al-Duwadimi e dopo nella terapia intensiva dell’ospedale di Riad.
In ospedale sono emersi i danni subiti dal terribile impatto con le rocce: la rottura di cinque costole e fratture alla clavicola e al polso sinistro. Malgrado l’urgenza l’intervento per la frattura vertebrale è stato rinviato a causa dell’edema cerebrale.