Pescara (4-3-3): Fiorillo; Balzano, Coda (85′ Fornasier), Perrotta, Fiamozzi; Machin, Brugman, Valzania; Falco (46’ Capone), Pettinari, Mancuso (85′ Baez). A disposizione: Baiocco, Mazzotta, Gravillon, Coulibaly, Carraro, Bunino, Cappelluzzo, Cocco, Yamga. Allenatore: Giuseppe Pillon.
Spezia (4-3-1-2): Manfredini; De Col, Terzi, Giani, Lopez; Maggiore (46’ Mulattieri), Bolzoni (46’ Augello), Pessina; De Francesco; Marilungo, Forte (57’ Granoche). A disposizione: Di Gennaro, Bassi, Ceccaroni, Masi, Juande, Ammari, Palladino. Allenatore: Fabio Gallo.
Reti: 13’, 16’ e 53’ Mancuso, 66’ De Francesco, 72’ Mulattieri
Ammoniti: Coda, De Col, Fiorillo, Lopez, Valzania
Serve solo vincere: il Pescara non ha più occasioni da perdere per scampare dalla retrocessione e con lo Spezia all’Adriatico i 3 punti sono legge. Pillon lancia il suo tridente Falco-Pettinari-Mancuso e rilancia Fiamozzi, Perrotta e Coda nell’emergenza difensiva. Gallo, di contro, punta su De Francesco alle spalle di Marilungo e Forte.
Delfino subito all’arrembaggio e la sblocca in 13 minuti: Giani trattiene Pettinari ed è calcio di rigore, Mancuso va sul dischetto e non sbaglia. 1-0. Solo altri 3 minuti e il Pescara raddoppia: ancora Mancuso con un diagonale destro, non perfetto ma meno perfetto è l’intervento di Manfredini e la palla è in rete. 2-0. Primo tempo che scorre in totale discesa per i padroni di casa, lo Spezia prova a rialzarsi solo con un tiro a giro di De Francesco alla mezz’ora, ma si perde sopra la traversa.
Ripresa che parte con 3 cambi, Gallo cerca riscatto con Augello e Mulattieri, Pillon perde Falco e deve rimediare con Capone; poco male, perché Mancuso è irrefrenabile e al 53’ fa tripletta: recupera palla a centrocampo, cavalca sul corridoio centrale e tira rasoterra dal limite, palla all’angolino, Manfredini si tuffa malissimo e la manca ancora. 3-0. A Gallo non appaiono troppe vie per la risalita e cerca un faro in Granoche, ma il fraseggio dettato da Brugman porta il Pescara vicino al poker al 60’: solo la spaccata di Giani in area piccola impedisce che il doppio triangolo si chiuda con la conclusione di Capone. Gli ospiti mancano di organizzazione ma non di caparbia e al 66’ accorciano: calcio di punizione guadagnato sui 20 metri da Pessina, il piazzato lo batte De Francesco con un arcobaleno che scavalca la barriera e colora l’incrocio dei pali. 3-1. Rete che galvanizza gli spezzini, piazzati a battere una punizione 2 minuti dopo: traversone teso dal fianco destro dell’area, Giani la spizza di testa all’indietro nel mucchio e manca la traversa di pochissimo. Il preludio alla rivoluzione del 72’: gli ospiti attaccano da sinistra, tiro-cross di Granoche indirizzato al secondo palo, Mulattieri arriva in scivolata e insacca. 3-2 e match riaperto. Pillon suda freddo e contrasta l’assalto finale spezzino con Baez e Fornasier ma i 6 minuti di recupero sono una sofferenza acuta. Lopez, al 91′, prima chiama Fiorillo al tuffo con un destro secco dal limite, poi la recupera stoppando di tacco e tira da ancor più lontano: traiettoria centrale, parata. Brividi profondi al 93′, ancora Lopez in contropiede, Fiamozzi scivola da solo, fischio ma è simulazione dell’attaccante di Gallo. L’ultimo affondo è tutto orgoglio di Brugman: break mostruoso dalla mediana, fuga solitaria e tiro dalla lunetta, Manfredini riesce a graffiarla e deviarla sul fondo, prima del fischio finale.
Un Pescara a due facce: quella bellissima, disegnata da un gioco fluido e prepotente; quella orribile, sfregiata da una sbandata praticamente mai raddrizzata e che poteva sciupare una tripletta e una stagione intera. Ciò che conta, però, è che dall’Adriatico sia uscito un Delfino sorridente e al 22 aprilo conta più il cinismo che la dietrologia.