Chievo-Pescara 2-0. Il delfino affoga in 10 al Bentegodi

romagnoliChievo ( 4-3-3): Sorrentino; Frey, Andreolli, Dainelli, Dramé; Guana, L. Rigoni (16’st Stoian), Hetemaj; Luciano (38’st Cofie), Théréau, Pellissier (26’st Samassa). In panchina: Puggioni, Viotti, Moscardelli, Jokic, Papp, Farkas, Rigoni, Cruzado, Di Michele. Allenatore: Eugenio Corini

Pescara (4-2-3-1): Perin; Zanon, Romagnoli, Cosic, Bocchetti; Blasi, Colucci (43’Cascione); Weiss (16’st Celik), Quintero (35’st Nielsen), Modesto; Abbruscato. In panchina. Pelizzoli, Balzano, Capuano, Bjarnason, Caprari, Jonathas, Vukusic. Allenatore: Giovanni Stroppa

Reti: 75’Luciano (rig), 76’Stojan

Abritro: Giacomo Ostinelli di Como (Rubino-Altomare)

Espulso: Romagnoli

Ammoniti: Colucci, Zanon, Hetemaj, Blasi

 

Stroppa, a Verona per tenersi stretta la panchina, prova a stravolgere il Pescara dopo la brutta prestazione interna contro l’Atalanta. Bocchetti torna terzino e lascia il centro dell’area al ritorno da titolare di Cosic. Confermato Zanon sulla mancina, nonostante in tanti rimpiangono la spinta di Balzano, così come Cascione, da capitano, rimane in panchina per la seconda volta consecutiva. A Blasi e Colucci le chiavi del centrocampo, con Modesto a spingere da insolita ala. E visto l’entusiastico innesco di domenica scorsa, Abbruscato ruba il posto di punta a Vukusic e Jonathas.

Vuoi il nubifragio che si abbatte sul Bentegodi, vuoi la novità in assetto, vuoi la pressione patita dopo la contestazione dei tifosi, il Pescara rimane con i piedi impantanati sul campo pesante. Poco più fa il Chievo, che però riesce almeno a mandare la palla ai lati della porta degli abruzzesi. Il più vivace dei clivensi, insieme a Dramè, è Thereau, ed è lui a procurare l’espulsione di Romagnoli al 32’: palla lunga per far pedalare il francese, il difensore pescarese ne trattiene la fuga solitaria per un braccio e lo mette giù ad un passo dall’area. Ostinelli comanda la punizione e sfodera il cartellino rosso, giudicando negata la chiara occasione da rete nonostante Cosic nelle vicinanze con possibilità di intervenire. I biancazzurri rischiano di incassare subito anche lo svantaggio sulla conseguente esecuzione da fermo: battuta di Luciano che taglia in diagonale tutta l’area e viene raccolta sul palo lontano dalla testa di Dainelli, Perin riesce ad opporsi sulla conclusione ravvicinata e rimedia alla mancata copertura di Bocchetti. Può così partire l’assalto del Chievo,  con Dramè che un minuto dopo sgancia il missile dal vertice sinistro dell’area e spacca il palo alla destra del battuto Perin. Stroppa non reagisce all’espulsione, ma prima dell’intervallo inserisce Cascione al posto di Colucci che avverte un guaio muscolare: niente di più da registrare prima di rientrare negli spogliatoi, sotto il diluvio che non accenna a scemare.

Si riparte con il coraggio di Quintero, che su punizione cerca di stravolgere le sorti di un incontro quasi segnato: il suo mancino dalla zolla defilata cerca l’incrocio dei pali lontano ma lo manca di pochissimo. Sorrentino rimane immobile, reattivo deve agire invece Perin per deviare in corner la sassata di Guana nell’azione successiva: il portierino in prestito dal Genoa si conferma l’unica nota positiva per l’avvio di stagione del Delfino. Dopo un’ora di gioco, il Pescara riesce a concludere in porta, dopo una sortita di Modesto innescata da Quintero e figlia di un paio di rimpalli fortunati: il tiro da limite viene però affrettato e Sorrentino blocca a terra. Brividi sempre maggiori per Perin, che al 14’st si complica la vita con una respinta sulla punizione di Luciano dal limite, la palla nella lunetta allo stesso battitore che controlla e sceglie la potenza per ribadire: la traiettoria devia all’ultimo ed esce dal bersaglio mentre il portiere la guarda con la faccia di gesso. Weiss è il fantasma di halloween: Stroppa lo fa sparire del tutto inserendo Celik, ed è sua la seconda conclusione del Pescara, al 19st, con un destro dal fianco dell’area che costringe Sorrentino a tuffarsi nel fango per coprire il palo dalla traiettoria insidiosa. Tanto poco non basta a mettere la pezza la dove manca Romagnoli, al centro dell’area di Perin, che al 25’st si vede Dramè infilarsi come una biscia sotto l’ascella di Zanon e raccogliere il cross dalla trequarti, ringraziando il cielo che il franco-senegalese calibra troppo alto il tap-in. Ringraziamento replicato pochi secondi dopo dall’estremo difensore, quando mura a mani aperte la mina vagante di Guana e Thereau manda ancora più alta la palla che ricade a campanile sul limite. L’assalto del Chievo manda in bambola gli ospiti, si gioca sempre all’ingresso dell’area pescarese, fatale l’inserimento di Samhassa che triangola con Thereau, Modesto gli incespica tra le gambe e procura il calcio di rigore. Lo trasforma senza pietà Luciano, per l’1-0 che si respirava già da parecchio. A confermarlo, il raddoppio dopo pochi istanti: il Pescara sbaglia la battuta da centrocampo e regala palla al Chievo, Thereau lanciato in contropiede, corsa solitaria fino al cospetto di Perin che smanaccia il suo pallonetto con un altro grande intervento, ma Stojan arriva a raccogliere a rimorchio e la mette dentro per il 2-0. Ci si mette pure il vento, che con una folata al 42’st getta in campo una parte dei cartelloni pubblicitari a bordo campo: nessuna conseguenza, solo per fortuna, per i giocatori, costretti sgombrare il campo per poter riprendere il gioco.

Forse un presagio di quanto spetta a Stroppa, che torna a perdere e rimane nell’inferno della classifica. La scusante dell’uomo in meno, ora, lo ancorerà alla panchina almeno per l’imminente incontro casalingo contro il Parma, che alle 12:30 di domenica arriverà all’Adriatico. Ma nelle sue vele avrebbero dovuto soffiare i venti dei vantaggi numerici goduti contro Udinese ed Atalanta. Solo un punto, invece, è stato racimolato nelle ultime quattro gare: troppo poco perchè al rientro a Pescara non ci siano i tifosi a chiedere nuovamente la sua testa.

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