Sono passati oltre quattro anni dall’incidente in handbike che ha stravolto (nuovamente) la vita di Alex Zanardi. La certezza, in tutto questo tempo, è che nessuno lo ha dimenticato
Il 19 giugno 2020, mentre si tornava lentamente alla normalità dopo il primo lockdown nazionale per la pandemia, gli italiani furono sconvolti dalla notizia del tragico incidente di Alex Zanardi.
Mentre percorreva con la sua handbike una strada statale nei pressi di Pienza, Alex ha impattato contro un camion che procedeva nella direzione di marcia opposta. Un scontro frontale che ha provocato lesioni gravissime al volto e al cranio di Zanardi. Operato a ridosso dell’incidente all’ospedale di Siena, Alex è stato in prognosi riservata per giorni prima di uscire dalla terapia intensiva.
Da allora non si sa molto sulle sue condizioni. Sappiamo che Zanardi si è sottoposto a un lungo periodo di riabilitazione ma di notizie ufficiali dalla famiglia ne sono trapelate pochissime. Stessa situazione, di fatto, a quella di un ex collega in F1 di Alex ovvero Michael Schumacher, coinvolto dieci anni fa in un incidente sugli sci a Meribel con un grave trauma cranico che ne ha stravolto l’esistenza.
A quattro anni e mezzo dall’incidente di Pienza, la speranza di coloro che hanno apprezzato Zanardi come atleta e personaggio in grado sempre di infondere positività nonostante le avversità che la vita gli ha riservato, è quella di avere presto aggiornamenti confortanti sulla sua salute.
Nessuno lo ha dimenticato. Il suo ricordo è sempre vivo come testimoniano le dichiarazioni rilasciate recentemente da un altro campione di handbike, Vittorio Podestà, pluricampione mondiale e vincitore di due ori olimpici a Rio 2016, di cui uno nella staffetta proprio con Zanardi.
In una recente intervista a LaVocediGenova, Podestà ha rivelato quanto sia stato importante il ruolo di Zanardi nella sua carriera da atleta paralimpico. Dal primo incontro casuale in autogrill all’intercessione di Alex con il dottor Costa (quello della clinica mobile della MotoGP) che aiutato Podestà a recuperare dopo una brutta caduta in allenamento, il campione chiavarese ha svelato un altro dei motivi della grandezza di Zanardi.”Se io ad Alex ho dato tanto dal punto di vista tecnico – rivela Podestà – lui mi ha dato molto dal lato caratteriale, soprattutto nell’approccio alla competizione e alla sconfitta.”
Poi ecco un altro retroscena: “Quando hanno spostato le Olimpiadi di Tokyo causa Covid, ho pensato di chiudere la carriera ma Alex mi ha convinto ad aspettare e a correre ai Giochi con l’handbike che stava progettando. Mi ero fatto convincere poi quello che è successo ha posto la parole fine a tutto quanto.”