Termao batte atletico trivento

logo_teramocalcioCi sono privilegi che sembrano resistere a tutto, come se fossero indistruttibili. E finora non si era mai visto un detenuto che si gode il corpo del reato. Non un recluso qualsiasi, ma Angelo Balducci: l’uomo accusato di avere creato e diretto la cricca che per un decennio ha pilotato tutti i grandi appalti d’Italia, dal Giubileo al G8. Quelle che vedete qui sono le foto degli arresti domiciliari di Balducci. Il tribunale di Roma lo ha scarcerato il 12 luglio, concedendogli di restare in custodia cautelare nella sua dimora di Montepulciano. 

Lì l’ingegnere sessantaduenne trascorre le giornate tra tuffi in piscina, relax all’ombra, ginnastica nei viali e bagni di sole. Ma soprattutto, caso unico nella storia giudiziaria italiana, se la spassa grazie a quello che i magistrati ritengono sia frutto della corruzione. Nel mandato di cattura a Balducci vengono contestati proprio i lavori di quella villa: ottenuti senza pagarli dal costruttore che lui aveva reso ricco con i contratti delle grandi opere e della Protezione civile. Per i giudici quella terrazza in cui si abbronza e altre sale della tenuta toscana sono in realtà tangenti, strumenti di corruzione elargiti da Diego Anemone per foraggiare il potente protettore che lo colmava di appalti.

Di quella dimora Anemone curava ogni aspetto e risolveva qualunque problema. L’aveva in parte ristrutturata; pagava lo stipendio della coppia di custodi romeni; aveva speso 28 mila euro per uno dei macchinari del parco, aveva regalato parecchi mobili; si occupava persino di riparare l’ormai celebre sciacquone che tormentava la signora Balducci: “Perde acqua e a me è venuta una bolletta spaventosa, una bolletta dell’acqua da 1.200 euro…”. Un rapporto così stretto che l’operaio incaricato da mister Anemone di consegnare un divano e due poltrone la chiamava al telefono “la casa del capo”. 

E proprio in quella magione incastonata in uno degli scorci più belli della campagna toscana, a pochi chilometri dal borgo di Montepulciano, circondata dalle dolci colline che fanno da sfondo ai capolavori della pittura rinascimentale, Balducci ha ottenuto di proseguire i suoi arresti. Se mai venisse riconosciuto colpevole, ognuna delle giornate passate in piscina varrà come un giorno di carcere già scontato: tecnicamente si chiama “presofferto”, anche se quella villa sembra tutto tranne un luogo di sofferenza.

La detenzione non dovrebbe esserlo mai. La Costituzione non prevede che il carcere sia una punizione, ma un luogo di rieducazione per reinserire nella società chi ha violato le leggi. Invece la situazione dei penitenziari italiani è disastrosa: migliaia di persone sono costrette a vivere in condizioni disumane, indegne di un paese civile. Sovraffollamento, igiene trascurata, assenza di servizi, impossibilità di svolgere qualunque attività hanno reso le prigioni del nostro paese una vergogna che distrugge ogni speranza: dall’inizio del 2010 già 39 reclusi si sono uccisi.

 

 

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