Pescara: grande cuore a Brescia. Maniero salva Baroni

Brescia (3-5-1-1): Minelli, Di Cesare, Zambelli (34’ Lancini), Caracciolo, Sestu, Bentivoglio, Scaglia, Benali, H’maidat (64’ Quaggiotto), Sodinha, Caracciolo. In panchina: Arcari, Coly, Ragnoli, Bertoli, Morosini, Valotti, Razzitti. Allenatore: Ivo Iaconi.

Pescara (4-4-2): Aresti, Grillo, Zuparico, Lazzari, Zampano, Bjarnason (58’ Politano), Memushaj, Salamon (80’ Pesoli), Pires, Pasquato (46’ Maniero), Melchiorri. In panchina: Aldegani, Cosic, Vitturini, Selasi, Sowe, Torreira. Allenatore: Marco Baroni

Reti: 18’ Benali , 85’ Maniero (rig), 93’ Maniero

Arbitro: Ivano Pezzuto di Lecce (Disalvo-Santoro)

Ammoniti: Scaglia, Pires, Melchiorri, Lazzari, Caracciolo, Lanciano, Aresti, Memushaj

La trasferta di Brescia suona per Baroni come l’ultimo appello, dopo l’assurda sconfitta incassata a domicilio dallo Spezia, apice di un avvio di stagione pessimo. Probabile ultima panchina biancazzurra per il tecnico toscano, che fa visita alle rondinelle con una formazione rimaneggiata dalla squalifica di Pucino e dagli infortuni di Nielsen e Fiorillo. Ancora una volta Maniero rimane di riserva: l’attacco, insolitamente a due, è affidato a Pasquato e Melchiorri.

Si parte con il Delfino pericoloso su palla inattiva: Pasquato taglia insidioso il calcio di punizione dall’esterna di destra, il traversone taglia tutta l’area e punta il secondo palo, Zuparic si lancia in tuffo ma manca di un pelo con la fronte la deviazione e la sfera sfila sul fondo. Una sorta di arringa iniziale per gli adriatici, che poco dopo si ripropongono alla conclusione con Grillo e Pasquato che, però, la mandano sempre lontano dai pali di Minelli. Le rondinelle non stanno a guardare ed è Sodinha, al 6’, ad aggiudicarsi la prima palla nello specchio del match: Aresti blocca sicuro il suo destro partito da fuori area. Si assopisce, dopo i primi giri di orologio, la sfida del Rigamonti: difficoltà d’impostazione per il Pescara contro una fase di studio per i bresciani. Tattica vincente per gli uomini di Iaconi che, al 18’, passano in vantaggio: Sodinha rompe gli indugi con una botta dalla lunetta dell’area di rigore, c’è la difesa piazzata a respingere ma la palla rimbalza sulla sinistra dove interviene Benali a freddare Aresti. 1-0 assegnato dall’arbitro nonostante le proteste del Pescara per un sospetto fuorigioco, ma è stato Grillo a non salire e a tenere in gioco l’autore del goal. E’ la squilla per le rondinelle, che approfittano dello scarso filtro di Bjarnason e Salamon davanti alla retroguardia e arrischiano Aresti con Sodinha e Caracciolo. Manca d’impostazione la reazione pescarese: alla mezzora Pasquato cerca la sorpresa da fuori area, Minelli è effettivamente colto impreparato dalla traiettoria che si smorza improvvisa e riesce solo a respingere a mani aperte, la ribattuta è preda buona per un successivo inserimento ma il portiere riesce a ripiegare in seconda battuta e sradica la palla dai piedi di Melchiorri. La prima vera azione del Pescara arriva, in ripartenza, solo al 32’: buono il contropiede manovrato sulla sinistra ma il traversone conclusivo, seppur ben calibrato, non raggiunge Melchiorri e il sopraggiunto mucchio difensivo riesce a spazzarla via. Stentano i delfini di fronte a un brescia costantemente in avanti ma senza alcuna smania di sbilanciarsi; solo al 44’ Pasquato riesce a trovare lo spazio per fuggire nel corridoio centrale e, sul limite, allargare sulla destra per il rimorchio di Melchiorri che, a sua volta, trova il varco per puntare Minelli ma si lascia spaventare dall’uscita dell’estremo difensore e conclude clamorosamente fuori. L’ultima vera azione prima dell’intervallo.

Baroni comprende che le sue ruote girano ma manca la giusta oliatura: interviene con il cambio in attacco Maniero-Pasquato. Ed è il neo-entrato a rendersi subito protagonista: verticalizzazione area per lui che svetta in area, la stoppa di petto e la scarica indietro per Melchiorri, un attimo prima di venire atterrato fallosamente, ci sarebbero gli estremi per il penalty ma Pezzuto fa proseguire. Va, così, in scena, l’ennesimo torto arbitrale ai danni del Pescara: e’ il 5’st quando Caracciolo affonda sulla destra, Zuparic lo marca stretto e lo porta sul fondo dove i due caracollano a terra, si rialzano tra le scintille e il bresciano si abbandona con una manata in faccia all’avversario, tutto sotto gli occhi del guardalinee Disalvo ma l’arbitro estrae solo il giallo. La tensione giusta per avviare un secondo tempo su toni ben più vivi del primo e aumentare la presenza del Pescara in area bresciana:batti e ribatti all’8’st concluso da Grillo con un radente dal limite che fa la barba al palo a destra di Minelli. Speculare l’azione sul rovescio di fronte, dove è Sodinha a portarsi al tiro centrale dal limite, la deviazione tra le fila difensive manda la palla in corner ma fa tremare Aresti mancando il palo di un nulla. Baroni fiuta il momento favorevole e dà manforte a Maniero e Melchiorri inserendo Politano al 13’st per l’evanescente Bjarnason e ripristinando il tridente. Ottima la mossa perché cresce ancora la pressione biancazzurra e al 18’st Melchiorri sfiora la magia: la manovra prolungata alle porte dei 16 metri imbambola Minelli che si allontana dai pali, se ne accorge la punta pescarese che estrae il jolly mancino indirizzato all’incrocio dei pali, risponde miracoleggiando il portiere bresciano che vola a negare il pareggio smanacciando in angolo. Bene in avanti, malissimo indietro: il Brescia al 26’st passa un minuto intero ad insidiare l’area pescarese, dove Sodinha e Caracciolo trovano gli accessi ripetutamente aperti e richiusi in extremis altrettante volte. I Bresciani mangiano la foglia e alla mezzora schiacciano il pedale del gas: contropiede fulminante che innesca Caracciolo sulla destra dell’area, Zuparic rimane incantato dalle finte dell’attaccante che riesce a rientrare sul destro e concludere in diagonale dalla cortissima distanza, Aresti si supera chiudendo la saracinesca con i piedi. Palesemente sbilanciata la formazione agli ordini di Baroni, ma è la trazione ostinatamente offensiva ad avere la meglio: il Pescara trova il pari al 32’st grazie alla galoppata sulla fascia mancina che porta Grillo al traversone, Melchiorri anticipa la coppia difensiva e, col piattone, la mette dentro dal limite dell’area piccola. 1-1. Baroni sente la panchina smettere di tremare e cerca di salvare il pareggio e il posto con Pesoli al posto di Salamon, ma il Brescia non lo agevola: Caracciolo al 38’st trova lo spazio per svettare di testa dal dischetto, inzucca con potenza ma manda la sfera una spanna sopra la traversa. Il Delfino cambia pelle e sceglie di difendere il risultato attaccando. Se ne va sulla fascia Melchiorri al 40’ st per poi rientrare dal fianco sinistro dell’area, Lancini lo strattona ed è calcio di rigore: sul dischetto va Maniero che spiazza Minelli e agguanta l’1-2. Il finale è un ciclone di emozioni, i biancazzurri difendono in massa, Melchiorri atterra con le brutte Sodinha all’ingresso destro dell’area e rischia il rosso, è lo stesso Sodinha ad incaricarsi della battuta e la indirizza direttamente alla base del palo destro dove Aresti riesce a chiudere provvidenzialmente. Le rondinelle si trasformano in avvoltoi e si accaniscono sull’area del Pescara, senza però riuscire a sfiancare l squadra di Baroni che dimostra grande cuore e, in pieno recupero, trova anche la forza dell’ultima percussione: è quella vincente, trainata da un Maniero in versione locomotrice che sfonda per vie centrali, chiama Minelli all’uscita e lo batte con un colpo sotto che vale l’1-3 definitivo.

Il lieto fine per una storia, quella di Baroni, dalle premesse tutt’altro che rosee: dopo un primo tempo di sofferenza, la squadra adriatica ha saputo reagire di cuore e, proprio con il cuore, compattarsi e stringersi attorno all’allenatore, festeggiato coralmente dopo il primo vantaggio di Maniero. Tredici punti in tredici gare non tratteggiano un quadro positivo, ma rimettono in pari una situazione sull’orlo del rovesciamento. Un nuovo punto di partenza che, per adesso, salva Baroni ma lo lascia con pochi margini di ulteriore errore.

Daniele Galli

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