PESCARA (4-3-3): Fiorillo, Grillo, Salamon, Cosic (30′ Pesoli); Pucino, Bjarnason, Appelt Pires, Guana (78′ Melchiorri), Lazzari (52′ Pasquato), Maniero, Politano. In panchina: Aresti, Zampano, Zuparic, Nielsen, Selasi, Sowe. Allenatore: Marco Baroni.
BOLOGNA (4-3-1-2): Coppola, Ceccarelli, Paez, Maietta, Morleo, Buchel, Matuzalem, Casarini (74′ Zuculini), Laribi, Cacia (65′ Stoianovic), Acquafresca (61′ Betancourt). In panchina:, Garics, Oikonomou, Troianiello, Giannone, Pasi, Bessa.
Reti: 28′ Buchel, 30′ Acquafresca, 37′ Casarini, 66′ Maniero (r)
Arbitro: Renzo Candusio di Cervignano del Friuli (Raparelli-De Troia)
Espulsi: Coppola, Salamon
Ammoniti: Salamon, Guana, Lazzari, Buchel, Maietta
Si ferma il Pescara alla seconda in casa, nell’anticipo della terza di campionato contro il Bologna. La prima parte del match contro i rossoblu di Diego Lopez è di studio, il Delfino prova anche a farsi in avanti con Maniero, che però si perde nella solita conclusione sparata sul portiere. Dura tutto 28 minutì, fino alla botta siderale di Buchel: l’ex Lanciano, rincorso da Baroni fino agli ultimi giorni di mercato, punisce il suo ex tecnico con una conclusione dai venti metri imprendibile da prendere per Fiorillo. 0-1. Pescara suonato dopo goal, si lascia chiudere all’angolo e si sgretola. Errata, al 30′, l’impostazione davanti all’area della difesa di casa che manda Laribi dritto verso la porta, è Cosic a completare il pasticcio scivolando in area, lasciando il varco per il servizio la bacio per Acquafresca, che deve solo toccarla per trafiggere Fiorilli. 0-2. In più, il centrale di difesa si infortuna e deve lasciare il posto a Pesoli. Il tris è ben che servito: al 36′ il Bologna approfitta del Pescara sotto choc e chiude i biancazzurri nella propria area: Casarini aggira lo scoglio di una difesa rafforzata a cinque con un sinistro a giro dal limite e mette dentro l terzo goal in otto minuti. 0-3.
Ma il calcio è una giostra e il secondo tempo è tutto un’altro giro. Mister Baroni mette dentro Pasquato, stimolando anche Politano che spinge molto più della prima frazione. E’ Salamon, però ad accorciare, al 7’st su una punizione di Politano deviata in porta di testa anticipando la respinta di Paez. 3-1. Convinti di poter tirare i remi in barca, gli emiliani cominciano a subire gli affondi adriatico. Già al 12’st Politano si fionda in area e viene toccato da Morleo ma la spinta viene giudicata regolare da Candussio. Sacrosanto, invece, il rigore assegnato al 15′: è Pasquato stavolta a puntare Coppola che tocca sui piedi la punta biancazzurra e viene espulto. Maniero trasforma il penalty con una sassata di destro che rompe l’autovelox e riapre la partita. 2-3. Pippo Maniero protagonista poco dopo, reclamando un rigore all’ingresso destro dell’area del subentrato Stoanovic, spinta palese ma l’arbitro grazia il Bologna. Il finale è al cardiopalma per Lopez: Politano si indiavola e fa tremare Stoianovic con due tiri da fuori che sibilano alla sinistra del portiere ospite. Al 33’st sfiora la doppietta Maniero, che sugli esiti di un corner riesce a girarsi bene dall’altezza del dischetto ma trova Stoianovic in versione ‘the wall’. L’inferiorità numerica fa chiudere il Bologna dietro la mediana e l’arringa del Delfino va scemando negli ultimi minuti: ci prova anche Bjarnason al 42’st, ben servito a centro area dallo scambio sulla destra tra Pasquato e Politano, si gira in solitaria ma trova la difesa schierata. Equilibra i numeri Salamon con un fallo ingenuo su Betancourt che gli costa il secondo giallo, ma il clamore raggiunge l’apice al 90′: Stoianovic esce a pugni chiusi su un cross innocuo di Politano e la manda sulla testa di Melchiorri, è un’inzuccata involontaria che però è diretta in rete, Ceccarelli riesce ad allungare la gamba in acrobazia sulla linea, la palla colpisce il palo e sembra comunque finire dentro ma l’intervento riesce a sbucciarla e a mandare la traiettoria sul fondo. Non bastano i cinque minuti di recupero per completare una rimonta meritata vista la reazione della ripresa.
Arriva così la prima sconfitta per Baroni, che ha rivoluzionato una squadra capace di due pareggi nelle prime due gare. Paga un quarto d’ora di buio, una debacle imperdonabile soprattutto a paragone con la bella prova del secondo tempo.