PESCARA: 4-3-3 Fiorillo; Pucino, Cosic, Zuparic, Grillo (88′ Zampano); Nielsen, Appelt, Bjarnason; Politano (85′ Sowe), Maniero, Caprari (71′ Melchiorri). Allenatore: Marco Baroni. In panchina: Aresti, Boldor, Pesoli, Dettori, Selasi, Pogba
TRAPANI: 4-4-2 Marcone; Lo Bue, Pagliarulo, Terlizzi, Rizzato; Basso (90′ Falco), Barillà, Ciaramitaro (80′ Feola), Scozzarella; Mancosu, Abate (10′ st Aramu). Allenatore: Roberto Boscaglia. In panchina: Gomis, Daì, Zampa, Caldara, Pastore, Citro.
Arbitro: Daniele Chiffi di Padova (Bolano – Bottegoni)
Ammoniti: Lo Bue, Nielsen, Maniero, Politano, Aramu.
Il nuovo Pescara di Marco Baroni esce dalla prima di campionato a testa alta, dopo una prestazione fatta di quantità e utile a gettare ottime prospettive per la stagione della ricostruzione. Reti bianche, contro un Trapani sottotono, ma la disdetta per un goal cercato a ripetizione e mancato per abbondanza di imprecisione sottoporta.
Quando il migliore in campo è il portiere avversario e quando il tuo arriva al 90′ con i guanti puliti, puoi solo che essere soddisfatto. E’ Marcone, infatti, ad aver salvato il pareggio a Boscaglia, mentre è Maniero ad aver negato, più volte, a Baroni la vittoria all’esordio biancazzurro. Il capitano del Pescara comincia a sbagliare goal clamoroso già al 5′, quando si ritrova davanti al portiere siciliano solo soletto ma riesce solo a sparargli la palla addosso. Quattro minuti dopo, invece, cerca una girata difficilissima dalla lunetta e l’azzecca alla grande, ma la sfera fa la barba al palo e sfila sul fondo. Un avvio scintillante seguito da un vuoto tecnico: fino alla mezzora, i granata controllano, mentre Bjarnason tira il carro del Delfino, cercando l’appoggio di un Caprari dalle batterie scariche. Ci pensa Maniero, al 38′, a risvegliare l’Adriatico, mettendo alle spalle di Marcone una palla ben verticalizzata da Pucino, ma è in netto fuorigioco e Chiffi annulla. E’ sul finale di primo tempo che si vede il migliore Pescara: tutto sul settore sinistro dell’area ospite lo scambio di prima tra Caprari che imposta per Bjarnason, se la fa ridare sul fondo e l’accentra per Maniero che, ancora una volta, riesce a farsi murare la conclusione ravvicinata. E’ allora l’islandese, un minuto dopo, a proporsi personalmente con un piccolo trotto che lo porta al destro dal limite: Marcone è pronto a bloccare la palla al suolo. Quindi, nel minuto di recupero assegnato da Chiffi, la beffa sfiorata: Barillà arringa sulla fascia destra e rilascia un traversone che taglia tutto lo specchio davanti a Fiorillo e pesca Abate sul palo lontano, l’attaccante del Trapani è liberissimo di saltare e colpire di testa ma riesce a far peggio di Maniero, contando anche il portiere ormai fuori causa, mandando la palla fuori di un nulla.
Comunque un lampo isolato per i siculi, che cominciano la ripresa ancora in sofferenza. Al 4’st lo scatenato Bjarnason si fa lanciare in profondità da un radente di Maniero e si presenta al cospetto di Marcone che, ancora impeccabile, gli blocca con i piedi il tiro da 1 metro. La luce fulminata di Caprari viene sostituita da Baroni, al 25’st, con quella più speranzosa della promessa Melchiorri, mentre Boscaglia aveva già in avvio di frazione inserito Aramu per lo spento Abate. Non cambiano, però, i ritmi del match, smosso nella noia solo dall’ennesimo show improbabile di Maniero che, al 29’st, ne fa di ogni: attivato da un errore difensivo, si porta la sfera nel cuore dell’area dove viene a contatto con Pagliarulo e cerca, invano, il rigore, la palla arriva però a Politano che, dal fondo, richiama in causa il suo capitano che cerca un impossibile pallonetto e grazia nuovamente Marcone. Agli errori negli ultimi metri corrisponde tanta benzina pompata da un Pescara fresco fino all’ultimo: manca, però, la regia e Nielsen non riesce a sopperire all’importanza organizzativa dello squalificato Lazzari. I terzini Grillo e Pucino fanno egregiamente la loro parte, ed è quest’ultimo, al 36′ st, a spingersi al cross dalla trequarti destra che fa partire tre compagni su un azzeccato filo del fuorigioco: sono Bjarnason, Maniero e Melchiorri a lanciarsi senza marcature in perfetto tridente sulla sfera che taglia l’area piccola ma nessuno dei tre riesce a toccarla oltre Marchione. Una porta stregata, e i 4 minuti di recupero non cambiano la sorte, nemmeno quando Maniero si ritrova sulla trequarti la palla mal rinviata dal portiere avversario: il riflesso non è dei migliori e la porta vuota rimane a 5 metri dalla mira impostata dallo sfortunato attaccante biancazzurro. E non è ancora tutto per Pippo, che al 94′ va a colpire di testa l’ultimo corner: la palla la manda sulla testa di un difensore, poi torna sulla sua e poi termina, di pochissimo, fuori bersaglio. Non arrivano nemmeno i gollonzi.
È mancata solo la rete, ma per la prima di una squadra “cantiere aperto” si può dire che è andata più che bene. Fortificare le fondamenta con qualche ultimo colpo di mercato (vedi Guana in una mediana ancora sterile) farebbe alzar meglio il palazzo, ma questo tocca alla società: per quanto spetta a Baroni, attualmente si è mostrato ottimo capo cantiere.
Daniele Galli