Il centrocampista, cresciuto nel Giulianova calcio, nel mese di marzo è arrivato prima nell’Under 21 e poi in quella maggiore con uno stage agli ordini dell’ex CT Cesare Prandelli. Da Napoli a Barletta, da Crotone (che ne ha riscattato la metà dai partenopei) alla serie A, forse.
Dezi ci spera, senza assilli: “se non dovesse arrivare, ci proveremo l’anno prossimo”. Sa che qualcosa che si sta muovendo e mezza serie A lo segue, si informa ma i soldi non ci sono e in settimana inizierà il ritiro con il Crotone poi si vedrà.
Quando è lontano gli manca la famiglia (soprattutto la mamma alla quale ha dedicato il primo gol in serie B), ma anche gli amici e gli arrosticini. Ha scelto di diventare calciatore, accetta i sacrifici e le rinunce (a tavola soprattuto) con naturalezza e senza particolari problemi.
Gira in vespa, studia Hamsik e sogna di essere allenato da Zeman, Mourinho e Conte. Crede che il calcio debba essere affidato a chi lo conosce e che il problema non sia soltanto nello sport ma coinvolga tutto il paese, “in Italia poca fiducia nei giovani in ogni settore, non solo nel calcio”.
Ride, scherza e beve analcolici, fa pronostici per la prossima stagione e tra tanti sogni per il futuro ha una speranza: essere richiamato da mister Di Biagio per poter giocare le due partite dell’under 21 a Pescara e Castel di Sangro. È tardi facciamo l’intervista, perché prima di ripartire verso la A (per il momento verso Crotone) vuole mangiare gli arrosticini.
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