Trieste. Sembra la cronaca di una regata in svolgimento, invece costituisce il triste epilogo di una manifestazione che quest’anno non è stata all’altezza degli anni migliori per colpa del vento. Giulianova e il suo skipper Sergio Quirino Valente avevano preparato meticolosamente la gara, mettendo a punto la barca (“Vola Vola”), l’equipaggio (un mix di italiani e croati agli ordini di Alan Hood), gli allenamenti (vincendo in settembre tutto quello che si poteva) e sperando in una serena e ventilata giornata agonistica.
Che qualcosa non andasse per il verso giusto si era capito sin dal sabato sera: un violento acquazzone condito da raffiche di gelida bora aveva funestato la grande festa che i triestini sono soliti organizzare in occasione dell’evento, per cui immense difficoltà logistiche hanno imposto ai velisti di ripararsi nelle rispettive location senza animare l’altra regata di terra, cioè lo struscio sulle rive intorno ai colorati stands. Durante la notte però il tempo aveva dato segni di ripresa anche se i siti meteo annunciavano per la domenica: niente vento!
Alle dieci di domenica la partenza con 1750 barche a contendersi l’edizione 2012 della Barcolana. Giulianova si muove con il suo passo spedito e velocissimo grazie a una bavetta da sud di 3 nodi. “Vola Vola” va talmente veloce che ben presto si trova a lottare ad armi pari con i più grandi: la leggerezza dello scafo di 12 metri e la imponenza del piano velico lo consentono. Esimit, Maxi Jena, Shining, Wild Joe, Aniene (cioè barche tiratissime di oltre 25 metri) si staccano e allungano subito, insomma una ventina di barche si stanno giocando la Barcolana e “Vola Vola” è lì in mezzo. Gli spettatori dislocati su qualsiasi genere di battello inscenano un tifo da stadio, 2 elicotteri sorvolano il campo di regata e le riprese televisive si concentrano sui primi che ormai sfilano per raggiungere lentamente la prima boa in Slovenia lasciando una scia appena visibile con le vele quasi piene di un vento più apparente che effettivo. Tensione al massimo. Passano i primi e Giulianova vira alla prima boa in quella posizione, per mantenerla sino alla seconda quando il vento ancora si avverte. Passata però la seconda boa, iniziano i problemi: la bonaccia non permettere di conclude la gara. E ale 17,30 (tempo limite), dopo 7 ore e 30 minuti di inutili ricerche di un vento inesistente, termina la Barcolana. “La improbabile classifica – si legge nella nota del Circolo Nautico Migliori – stilata su diverse postazioni (traguardo e cancello della terza boa) premierà come di consueto Vola Vola – Giulianova nella categoria (che comunque costituisce sempre un risultatone), ma stavolta non è quello che conta. Resta la grandissima soddisfazione di essersi giocata più di metà Barcolana alla pari, con i più titolati avversari… e se ci fosse stato un refolo di vento. Chissà?”