Pescara: Pinsoglio; Zanon, Brosco, Capuano, Balzano; Cascione, Verratti, Gessa (21’st Togni); Sansovini, Maniero (21’st Immobile), Insigne. In panchina: Cattenari, Petterini, Romagnoli, Soddimo, Kone. Allenatore: Zdene Zeman.
Reti: 21′ Cascione, 23′ e 37′ Paulinho, 14’st Barone
Arbitro: Cervellera di Taranto (Posado-Ranghetti)
Ammoniti: Brosco, Balzano, Verratti, Filkor, Salviato
Alto ritmo e alto rischio per la truppa zemaniana, sommessa da un forcing immediato del Livorno nei primi venti minuti. Solo un lampo il regalo concesso al 21’: Cascione toglie la palla dai piedi all’ingenuo Perticone sulla lunetta, che cincischia invece di liberare dopo aver ricevuto in retropassaggio, e nulla può il portiere per evitare la facile rete al biancoazzurro. Vantaggio che dura pochissimo, giusto 4 minuti, fin quando Cervellara non fischia un dubbio fallo a Brosco sul limite dell’area: Paulinho batte teso sul palo vicini a Pinsoglio, la sfera trapana la folta barriera e al vice-Anania si spengono i fari per vedere in tempo la traiettoria e tuffarsi. Il pulsante On della macchina zemaniana si pigia alla mezz’ora, quando Insigne inizia a mettere numero nel pallottoliere personale, mentre Gessa piazza la palla in area piccola per l’inserimento in scivolata di Sansovini, non concretizzato; ma è la conclusione del giovane campano a girare sul palo lontano, mancante di poco, la palla più buona del primo tempo pescarese. Decisamente fuori giornata Pinsoglio, che al 34’ concede la doppietta a Paulinho, servito veloce dall’esterno filtrante di Filkor, l’inserimento della punta amaranto spaventa il portierino che si limita ad allargare le braccia lasciandosi uccellare con un pallonetto, perfino corretto in rete di testa a sombrero eseguito. Osa e rischia forte il Pescara prima del riposo, tutto buttato in avanti per pareggiare e con una prateria sulla destra nella quale dilaga Bigazzi al 44’ in contropiede fino ad arrivare a concludere basso, con la sfera che taglia in diagonale tutta l’area per uscire ad un pelo dal palo.
La ripresa parte con una gran palla di Insigne non piazzata dalla testa di Maniero posizionato ottimamente davanti alla porta. Un’altro episodio limitato, perchè al 13’st Barone, appena subentrato per Remedi, riceve di tacco sul limite, penetra e sceglie l’angolino basso alla sinistra di Pinsoglio per allungare su un Pescara reattivo ma stralunato e mai in possesso della bussola utile per le coordinate del Picchi. Si mette sotto Zeman, a modo suo, con una doppia sostituzione al 21’st: Immobile e Togni rilevano Maniero e Gessa alla ricerca di quell’estro che ha contraddistinto gli adriatici in questa stagione. Ma la confusone regna sovrana tra gli abruzzesi e sono gli amaranto a ricevere in regalo una ripartenza da centrocampo giocata in orizzontale tra quattro uomini, senza che nessuno riesca a scalare in recupero: clamorosamente, Barone la manda sul fondo con tante opzioni a disposizione. Non è giornata nemmeno per capitan Sansovini che, al 33’st, per la seconda volta cicca la deviazione sottoporta in distensione, servito dal prolungamento diretto di Balzano sul servizio di Insigne dalla sinistra. Tutta la forza della disperazione si sprigiona dal piede di Insigne, che al 36’ cerca la cannonata dalla distanza ma Bardi si oppone con il corpo. Allo scadere del tempo regolamentare Cascione cerca la magia su punizione da fuori area, ancora Bardi si supera e toglie in volo la palla dall’incrocio dei pali, ma viene raccolta sul fondo e scaricata ad Insigne che tenta il tocco morbido piazzato troppo alto. Non si arrende fino alla fine dei cinque di recupero Insigne, che serpeggia in dribbling tra quattro difensori in area ma il controllo arriva spompo davanti a Bardi che bracca la sfera a terra. Sconfitta meritata per la squadra di Zeman, mai padrona della partita, seppur mai rimessa alla superiorità giornaliera della formazione di Novellino. Si resta, comunque al secondo posto, ma ora tocca fare comune con il Sassuolo.
Daniele Galli