Tribolare è imprescindibile per il tifoso pescarese. Decenni di guai societari, passati nelle mani di presidenti forestieri; poi, finalmente si diceva, arriva Peppe De Cecco e i soci pescaresi a prendere per mano il Delfino risorto dai fallimenti e dalla serie C, lo riporta in B e quasi sfiora i play off al primo colpo. Va bene, ci si accontenta della salvezza sicura, e si ripunta all’anno prossimo; invece, fulmine nel cielo serenissimo di maggio, ore 17:08 di oggi: “Il presidente Giuseppe Adolfo De Cecco e tutto il CdA, nelle persone di Daniele Sebastiani, Alessandro Acciavatti, Amerigo Pellegrini, Giacinto D’Onofrio e Gianni Pagliarone, con rammarico, rassegnano le dimissioni dai vertici della Delfino Pescara 1936 Srl”. Così ha parlato il sito internet ufficiale del Pescara, così è stato deciso.
Una decisione che segue il comunicato stampa diffuso nelle ultime ore dai Pescara Rangers, la tifoseria organizzata che, tirando le somme dell’ultimo campionato, ha sparato a zero su una lunga serie di allontanamenti eseguito nei confronti di vecchi membri della società, per arrivare alla “goccia che ha fatto traboccare il vaso… l’allontanamento di Tore Pinna, scusate la non conferma di Tore, lo chiamiamo per nome perché ce lo possiamo permettere, perché è un uomo prima di essere un giocatore, perché ci ha sempre messo la faccia, perché nonostante a Salerno festeggiava con loro ci ha dimostrato di quanto cuore ci abbia messo per noi, per la nostra città e per la nostra curva, non ci va proprio giù!”, affermano i tifosi.
“Quello che abbiamo fatto l’abbiamo fatto con coscienza e con passione. Ma oggi forse è arrivato il momento di farsi da parte: abbiamo compiuto quello che la città ci aveva chiesto, ovvero riportare il Pescara allo splendore di una volta. Missione compiuta, dunque. Ora la palla deve passare a qualcun altro, magari a qualcuno che non commetterà i nostri errori e che sarà bravo più di noi. Restituiamo una società sana: ma la restituiamo nella sua sede, nella giusta sede, non in Tribunale”, precisano De Cecco e i suoi, accusati dai tifosi e di aver fatto fallire in più competizioni il settore giovanile, svendendone, per giunta, numerosi pezzi pregiati. Dura la conclusione del comunicato dei Rangers: “Non è una contestazione, ma un avviso, un voler mettere le mani avanti, l’avete detto voi che siamo i custodi… E lo sappiamo fare bene, state attenti perché noi vigileremo e faremo fuori qualsiasi persona non metta davanti a tutto l’amore per la nostra maglia!”. Troppo semplice da prendere come pretesto per rimettere il Delfino nelle cattive acque nelle quali troppo spesso si è ritrovato ad arenarsi, quasi puntualmente, alla fine di ogni stagione.
Daniele Galli