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Italia – Germania, l’appuntamento con la storia

La Spagna ha venduto cara la pelle ma alla fine ha dovuto chinare la testa ai ragazzi di Conte, adesso ci aspetta la Germania, un incontro/scontro che si rinnova da secoli e del quale il calcio è solo l’ultima affascinante incarnazione.

Italia – Germania, sempre scritto con il trattino in mezzo, quasi a sottolineare l’attrazione e il respingimento reciproco. Con i tedeschi ce le diamo di santa ragione da oltre 2000 anni, da quando Roma, all’apice della sua potenza invase e conquistò la Germania. Due popoli, due culture, due società diversissime ma allo stesso tempo strettamente legate, un incontro/scontro che va dalle invasioni barbariche, ai viaggi in Italia di Goethe e altri stuoli di intellettuali tedeschi, passando per i tragici eventi del 1940 – 1945, gli emigranti, le velenose copertine dello Spiegel, il mondiale del 2006, fino ad arrivare allo spread, l’ austerity e la partita di domenica prossima.

Già la partita, che si tratti di efficienza dell’amministrazione pubblica o di lavatrici, per non parlare dello spread, a torto o a ragione il punto di riferimento è sempre la Germania; ci sono chiaramente delle notevoli eccezioni, il patrimonio artistico culturale e la buona tavola, tanto per citare le più ovvie e scontate ma la più sentita dagli italiani e bruciante per i tedeschi è sicuramente il calcio.

L’epico 4 a 3 di Città del Messico, i mondiali ’82 e 2006, gli europei del 2012, niente da fare, gli azzurri sono la bestia nera della “Mannshaft”, la nazionale tedesca. Franz Beckenbauer, uno dei reduci di Italia Germania 4:3, la madre di tutte le sconfitte tedesche, prima di Italia Spagna ha sibilato velenoso : “ Sarebbe meglio incontrare la Spagna. Gli italiani ci hanno battuto troppe volte pur dimostrando di non essere la squadra migliore”; gli fa eco l’ex interista e campione del mondo ad Italia90 Lothar Matthaus che quattro giorni prima della partita già reclama un rigore : “ Secondo me se gli arbitri stanno attenti possiamo ricevere un rigore a nostro favore, loro tirano molto le maglie su calcio da fermo…”.

Insomma i tedeschi gettano benzina sul fuoco ma le loro provocazioni tradiscono il timore dell’ennesima sconfitta. Il ct Low ha tenuto a far sapere che dormirà tranquillo e, almeno in teoria fa bene, la sua nazionale è una macchina da guerra, uno straordinario mix tra l’esperienza dei reduci del mondiale brasiliano e una pattuglia di giovani talentuosi che si presenta agli ottavi di finale senza aver incassato nemmeno un gol, merito di una difesa attentissima e soprattutto di un Neuer in stato di grazia. Davanti poi non c’è che l’imbarazzo della scelta, Mario Gomez, Mustafi, Schweinsteiger e Boateng hanno tutti dimostrato di essere in grado di far male all’avversario.

Germania super favorita quindi contro un’Italia che tutti danno per spacciata già da prima dell’inizio del torneo, in ogni caso Low farebbe bene a tenere a mente l’aneddoto raccontato dal suo illustre connazionale Goethe. Il grande letterato tedesco, nel saggio Viaggio in Italia, racconta il suo stupore nel trovare la strada principale di Palermo lurida nonostante l’imminenza di una processione in onore di un santo, Goethe fa quindi notare la situazione ad un bottegaio che risponde “ maestro, se il santo vorrà pulirà lui”, lo scrittore ride dell’ignoranza e della creduloneria del bottegaio ma è costretto a dargli ragione quando di lì a poco un violento temporale pulisce perfettamente la strada. Occhio Low, potrebbe piovere ancora.