Alessandro Ramagli nuovo coach della Banca Tercas Teramo

ramagliTeramo. Alessandro Ramagli è il nuovo coach della Banca Tercas Teramo. Ad annunciarlo la società biancorossa, che con il livornese sostituisce Andrea Capobianco, esonerato due giorni fa.

Nato nel 1964, Ramagli ha iniziato a lavorare negli anni ’80 come vice allenatore di Claudio Bianchi nella Libertas Livorno. I primi successi professionali cominciano negli anni ’90 come assistant coach della Don Bosco Livorno fino al 1999, quando subentra a Stefano Michelini  come capo allenatore del Livorno Basket, portando la squadra dalla zona retrocessione  ad un passo dalla finale promozione per la serie A1. Nel 2000 passa alla Pallacanestro Biella come vice di Marco Crespi, con il quale riesce a portare la squadra piemontese in serie A1. Nel 2001 diventa head coach, sempre a Biella, dove resterà fino al 2006 e riuscirà a raggiungere i play-off per due stagioni. Nella stagione 2006/2007 (Legadue), si trasferisce nelle Marche, a Pesaro, per guidare la Scavolini. Riesce, dopo un campionato combattuto, a portare la squadra in serie A. Nel giugno 2007 la Benetton Treviso gli affida la panchina, ma lascia l’incarico dopo dieci giornate di campionato. Nel 2008 assume l’incarico di capo allenatore dell’Italia Under 18 che guida agli europei in Grecia piazzandosi all’undicesimo posto, esperienza che si ripete nel Giugno del 2009, a Metz in Francia, conquistando un brillante settimo posto avendo alle sue dipendenze anche il teramano Achille Polonara. Dal gennaio 2009, sostituisce Franco Marcelletti sulla panchina di Reggio Emilia e vi resta fino al termine della stagione 2010 conquistando un brillante quinto posto e la disputa dei play-off, fino alla semifinale con Veroli.

Alessandro Ramagli è stato presentato questo pomeriggio dalla società biancorossa nella sede di via De Albentiis. Molte le speranzeramagli_teramoriposte in lui che sono trapelate anche dalle parole di Carlo Antonetti. “C’è molto da lavorare” ha confessato il presidente “e mi auguro di vedere il nuovo coach all’opera già con gli allenamenti di quest’oggi”. Antonetti ha ribadito la ferma intenzione della dirigenza di mantenere la serie A. Proprio la determinazione e la volontà a tenere duro sarebbero stati gli elementi determinanti nella scelta di Ramagli, che, stando alle sue prime parole da allenatore teramano, sarebbe stato mosso dall’impressione che su di lui ha avuto la società biancorossa. “Ho visto persone preoccupate” ha raccontato in conferenza stampa, “ma decise, persone che credono di poterci riuscire. Per me è stata fin da subito una bella sfida, che mi piacerebbe cavalcassimo tutti insieme”. Il riferimento è alla folta platea di tifosi e giornalisti presente in sala questo pomeriggio. “Vedervi così in tanti” ha sottolineato infatti Ramagli “mi fa capire che voi tenete davvero tanto a questo patrimonio, per questo ci proveremo in tutti i modi”.

Non fa segreto Ramagli delle oggettive difficoltà a cui Teramo dovrà far fronte. Innanzitutto, la necessità di accumulare qualche vittoria e, quindi, la salvezza della squadra biancorossa. Secondo il nuovo coach, sebbene ci sia stata grande disponibilità da parte della società nell’affrontare il problema del roster, la chiave di volta non risiede nei nuovi acquisti della Banca Tercas. “Se ci dobbiamo salvare” ha infatti spiegato “lo faremo soprattutto grazie a coloro che già ci sono: il gruppo degli italiani, Diener, Zoroski, che devono buttare il cuore oltre l’ostacolo. Se pensiamo a chi arriva come al salvatore della patria, non lo mettiamo certo nelle giuste condizioni di giocare”.

ramagli_dirigenzaQualche commento anche per le giovani leve della Teramo Basket, Rullo e Polonara, per i quali Ramagli ha riservato parole “paterne”. “Sei sconfitte consecutive” ha sottolineato “sono un fardello psicologicamente difficile da sostenere per qualsiasi atleta, figuriamoci a 20 anni. Adesso, però, pensiamo alle priorità. La squadra deve cambiare pelle, quindi per prima cosa concentriamo l’attenzione sul recupero di una identità. Il passo successivo saranno le giovanili”. 

Secondo il coach, non esiste purtroppo una medicina. Forse la migliore risiede proprio nel calore dei tifosi e nell’attaccamento alla propria squadra. “Mi è già successo di dover salvare la pelle” ha infatti commentato. “E’ banale dirlo ma se ne esce insieme. Se si genera diffidenza, probabilmente sei sull’orlo di un precipizio. Il nostro compito, invece, è portare equilibrio, mentre intorno si emana calore. Intanto credo di poter dare alla mia nuova squadra una importante visione ottimistica del futuro. Dal canto loro, invece, questi atleti possono farmi vedere, visto che non li conosco, di cosa sono capaci. Questo è il tesoro che abbiamo”.

Tania Di Simone

 

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