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Cologna Spiaggia, ecco lo stadio “Silvino D’Emilio”

Da oggi lo stadio di Cologna Spiaggia porta il nome di Silvino D’Emilio, il presidentissimo della società colognese, scomparso lo scorso 4 settembre, alla vigilia dell’inizio del campionato di Promozione. La promessa fatta da quanti lo hanno conosciuto e amato di intitolargli il campo sportivo, a cui teneva moltissimo al pari dei suoi ragazzi, è stata mantenuta.
Al termine del triangolare Primo Memorial “Silvino D’Emilio”, a cui hanno partecipato i ragazzi della categoria Esordienti delle formazioni Poggio degli Ulivi, Chieti e ovviamente Cologna (il trofeo è andato ai teatini), la cerimonia di intitolazione dello stadio e lo svelamento della targa che è stata sistemata nella zona antistadio. Una cerimonia toccante a cui hanno preso parte l’intera comunità di Cologna, allenatori, dirigenti del calcio dilettantistico abruzzese, a cominciare dal presidente della Figc Abruzzo Daniele Ortolano, ex calciatori e giocatori ancora in attività, il tecnico della prima squadra Luca Campanile, i responsabili del settore giovanile colognese guidati dall’inossidabile Nicola Tribuiani. C’erano anche gli amministratori del Comune di Roseto, con il sindaco Enio Pavone in testa.
A scoprire la targa i nipotini di Silvino D’Emilio. Il parroco don Biagio Di Benedetto ha impartito la benedizione ai presenti e ha ricordato con parole toccanti l’importanza dell’opera svolta dal presidentissimo. Un ruolo sociale la considerazione che aveva Silvino D’Emilio per lo sport.
Un progetto che non morirà perché a portarlo avanti c’è oggi il figlio Marco, assieme alla sua famiglia, la mamma Anna Palestini e il fratello Fabrizio che hanno ricevuto durante la cerimonia una targa dai tecnici del Cologna, tra i quali Maurizio Franchi, per l’importante impegno garantito anche dopo la scomparsa, purtroppo inattesa e prematura, di Silvino.
Nicola Tribuiani commosso ha ricordato come proprio il presidente gli abbia dato la possibilità in questi sei anni di continuare a fare il lavoro che ha sempre amato, ovvero lavorare con i giovani, insegnare loro prima di tutto ad essere uomini e poi giocatori. Per ricordare Silvino D’Emilio, non solo la targa esposta fuori dallo stadio, ma anche un murales realizzato sulla facciata nord dello spogliatoio e che rappresenta un’azione di gioco tra ragazzi.