Il Pescara non chiude contro la Salernitana e pareggia con l’uomo in più

Pescara (4-3-1-2): Fiorillo, Zampano Fiamozzi, Fornasier, Zuparic, Verre (74’ Benali), Mandragora (51’ Torreira), Memushaj, Valoti, Cocco (60’ Caprari), Lapadula. In panchina: Aresti, Bunoza, Mignanelli, Bulevardi, Selasi, Caprari, Cappelluzzo. Allenatore: Massimo Oddo.

Salernitana (4-3-3): Terracciano, Colombo, Trevisan, Schiavi, Rossi, Bovo, Pestrin, Sciaudone (50’ Perrulli), Gabionetta (71’ Eusepi), Coda (60’ Troianiello), Moro. In panchina: Strakosha, Franco, Empereur, Pollace, Perrulli, Odjer Milinkovic. Allenatore: Vincenzo Torrente

Reti: 18’ Valoti, 59’ Gabionetta

Arbitro: Luigi Nasca di Bari (Borzomì-Gori)

Espulso: Schiavi

Ammoniti: Schiavi, Moro, Mandragora, Rossi, Memushaj Troianiello

L’ottimo punto raccolto a Bari lancia il Pescara, che nella quarta giornata cerca il successo interno per mettersi sulla scia del buon avvio di stagione; Oddo sembra aver rodato il suo undici e contro la temibile Salernitana schiera quello della trasferta pugliese: tolto Fiamozzi, che prende il posto dell’infortunato Crescenzi, l’unica opzione è quella di Valoti in luogo di Benalì alle spalle dell’irrinunciabile coppia d’attacco Cocco-Lapadula, in risposta ai granata Coda e Moro supportati da Gabionetta.

Il primo sussulto del match arriva dopo 13’ minuti ed è di marca campana: un sinistro improvviso di Gabionetta dalla distanza che taglia l’area in diagonale ma esce dallo specchio. I padroni di casa sembrano essere partiti male, al 15’ si addormenta la difesa, Coda sguscia tra Fiamozzi e Zuparic e conclude dal dischetto ma il centrale croato riesce a spuntare la palla in extremis e salva Fiorillo deviando sul fondo. L’ordine di Oddo, però, è quello di fare la propria partita senza chiudersi, e il Pescara esegue: al 18’, dalla rimessa dal fondo di Fiorillo, Valoti raccoglie e scambia di prima con Lapadula tutto in verticale, arriva in area, controlla di destro, dribbla Schiavi e conclude di sinistro sul palo del portiere Terracciano che riesce solo a smanacciare ma non a bloccare. 1-0. La partita svolta e il Pescara si scatena, trascinato da Valoti (in foto) e Lapadula: al 24’, la giovane rivelazione ripercorre la linea di fondo dalla sinistra e invita il compagno con un radente, l’ex Teramo si inserisce alla perfezione tra le linee, bruciati la retroguardia e cerca la finezza di tacco ma Terracciano riesce a rintuzzarla in corner gettandosi sulla linea bianca; sulla battuta dalla bandierina la raccoglie Verre in elevazione ma, di testa, la mette di pochissimo fuori dall’incrocio dei pali. A tamburo battente, il Delfino va nuovamente in rete al 27’: Valoti se la va a riprendere in difesa e innesca il contropiede con Zampano che la rimette al centro ancora per Lapadula che conclude in corsa e centra in pieno il portiere granata, si rialza con una capriola e la ribadisce in rete ma gli viene contestato il fuorigioco per pochi centimetri. La squadra di Torrente prova a reagire ma la superiorità tecnica degli abruzzesi e lampante: al 34’ è Verre a lanciare la profondità con un tracciante di 40 metri sulla corsia sinistra, Lapadula scatta e dal vertice dell’area di rigore conclude al volo con un esterno sinistro che si indirizza con l’effetto a rientrare sul palo lontano, ma Terracciano non si fa sorprendere dalla meravigliosa conclusione in corsa e sventa con i pugni in tuffo. Attacca solo il Pescara, al 39’ va capitan Memushaj a chiamare in causa Lapadula che, però, la controlla male in area e deve lottare per piazzarsi bene il pallone, murato da Trevisan al momento del tiro. L’ex Teramo è la carta preferita dai compagni che lo cercano ad ogni occasione, affidandosi al suo scatto inarrestabile: per controllarlo sull’ennesima sgroppata, Schiavi gli rifila una gomitata in faccia a Lapadula e l’arbitro Nasca gli commina la seconda ammonizione, dopo la primo presa al 10’, ed è rosso allo scadere del primo tempo.

Il Pescara ha tutta la ripresa da giocare in superiorità numerica, Torrente sceglie di non prendere provvedimenti, così Lapadula ha ancor più spazio in cui far “danni”: il primo lancio per lui arriva, da Memushaj, dopo 3 minuti, con uno stop a seguire supera Pestrin e irrompe in area costringendo Terracciano ad avventurarsi in uscita per placcare la sfera. L’uomo in più consente a Oddo di gestire, oltre al risultato, anche forze e cartellini, e al 7’st sostituisce l’ammonito Mandragora con Torreira; Torrente prova a tamponare con Perrulli per Sciaudone, passando al pressing alto per tentare di scomporre lo schieramento biancazzurro. La tattica funziona, grazie al “ritorno in campo” di Gabionetta, che riprende a mettere in difficoltà gli avversari con la sua velocità. Pian, piano il Pescara deve chiudersi a riccio e respingere fallosamente i granata: Bovo conquista la punizione dal limite al 14’st, la batte Gabionetta con una frustata indirizzata al “sette”, Fiorillo interviene in netto ritardo, forse beffato dalla propria barriera, e la Salernitana pareggia in dieci. 1-1. Oddo corre ai ripari e cerca nuova lucidità con Caprari, al posto di un opaco Cocco; la “mossa magica”, quasi riesce e, al 18’st, il nuovo tandem manda Lapadula allo scatto in area per concludere con un destro secco, ma è decisiva la scivolata di Trevisan che tocca e devia la palla un pelo sopra la traversa, immolandosi e beccandosi anche una botta in testa. Nuova linfa al Delfino con l’ex romanista che, al 20’st, crossa al bacio per Zuparic, dopo un rapido scambio tra Verre e Torreira, il difensore si trova solo in area e cerca il tocco d’esterno per battere Terracciano ma il portiere è il più attento dei suoi e blocca ancora. Parti rovesciate, ora è il Pescara che sembra obbligato a segnare, mentre la Salernitana continua a lavorare di nervi cercando anche lo scontro a palla lontana. Lapadula, invece, continua a “menare ai fianchi” di Terracciano: Verre gliela butta in area piccola al 28’st ma la presa sull’inzuccata centrale è facile per l’estremo difensore. Torrente, zitto zitto, fa il suo e rinfresca la squadra con Eusepi per lo stremato Gabionetta: solo Fiorillo gli nega la ragione, perché il neo-entrato, al 30’st, salta difensori come birilli sulla linea degli undici metri e conclude nella mischia, ma il portiere biancazzurro si fa perdonare la papera con il sinistro di richiamo a salvare il secondo palo. L’ultima carta di Oddo per cercare il bottino pieno è Benalì e il libico rimette in piedi l’offensività dei compagni: gli ultimi 7 minuti sono un’assedio pescarese, con Memushaj e Valoti deviati in angolo due volte da Valoti su altrettante botte dal limite, mentre Zuparic non centra lo specchio avvitandosi di testa su un buon cross di Caprari e la mette fuori a fil di palo. Sbilanciato in avanti, il Pescara rischia sulla ripartenza al 41’ st, Zuparic chiude la sortita ma sbaglia il rinvio e la regala a Bovo che cerca il pallonetto sul portiere dai 40 metri, Fiorillo però riesce ad arretrare e respinge, innescando il rovescio di fronte concluso da Lapadula con una volè mancina chiusa, ancora una volta, in corner. Ci credono fino in fondo i Delfini, al 42’ Valoti spinge sulla destra e chiama il traversone, Lapadula è un falco e anticipa Pestrin ma, di testa, sfiora ancora il palo. Ben cinque i minuti di recupero, aperti da un gran sinistro dai 15 metri di Benalì, ma Terracciano è in gran serata e vola a mandar la palla far la barba al palo. Deve soffrire fino alla fine anche Fiorillo, la difesa mal contiene Eusepi lanciato lungo alla disperata da Perulli, il granata protegge palla spalle alla porta e trova l’appoggio di Troianiello che, nonostante il piattone, trova la traiettoria insidiosa, con il portiere abruzzese chiamato agli straordinari. Finisce in parità, ma è un punto che sta ben stretto ai dannunziani.

La colpa minore è quella di non aver vinto nonostante un intero tempo giocato con l’uomo in più, ma la colpa maggiore del Pescara è quella di non aver chiuso la gara nel proprio miglior momento e, forse ancor di più, di aver provato a gestire il minimo scarto in virtù del maggior spessore palesato sull’avversario. La Salernitana ha dimostrato che senza l’espulsione avrebbe potuto facilmente ribaltare il risultato: troppi gli svarioni difensivi che hanno costretto il Pescara a singhiozzare, senza poter imbastire una manovra continua degna di un vero e proprio dominio. Il traino offensivo mantiene ampiamente la sufficienza e la striscia positiva tiene la scia per la buona classifica (cinque punti in quattro gare), ma la squadra di Oddo ha mostrato cosa deve correggere per fare un campionato da protagonista.

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