L’Aquila. Nella seduta odierna del Consiglio regionale è stato votato il progetto di legge 136/2015 recante “Disposizioni in favore dei soggetti con DSA, disturbi specifici dell’apprendimento”(dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) a firma dei Consiglieri regionali Mario Olivieri, Andrea Gerosolimo, Donato Di Matteo, Luciano Monticelli, Sandro Mariani, Alberto Balducci, Lorenzo Sospiri e Mauro Di Dalmazio.
“La normativa” dichiarano L’assessore ai Progetti Speciali e Territoriali, Donato Di Matteo, e il Presidente della Commissione Sanità e Salute, Mario Olivieri, “consente, finalmente, di uniformare l’iter di attestazione della diagnosi di DSA sull’intero territorio regionale e di avviare azioni di prevenzione e supporto calibrate sulle reali necessità dei discenti, con successivi interventi pedagogici “.
“La sinergia del Consiglio regionale sulla legge è stata straordinaria” continuano Di Matteo e Olivieri “ognuno di noi ha convenuto che l’iter diagnostico debba essere espletato, in via prioritaria, dal servizio sanitario pubblico. Le famiglie, infatti, potranno rivolgersi, grazie al pagamento di un ticket, alle equipe diagnostiche della ASL Solo nel caso in cui il pubblico non dovesse effettuare una diagnosi, nell’arco di tempo dei sei mesi, sarà possibile rivolgersi ai centri privati accreditati (le cui modalità saranno definite dalla Giunta regionale).
L’equipe per la diagnosi di DSA in Abruzzo sarà costituita, grazie alla legge, da un neuropsichiatra, uno psicologo, un logopedista e ove sia necessario interverrà anche la collaborazione di figure cliniche altamente specializzate sui piani della neuropsicomotricità infantile (TNPEE), della comunicazione (il foniatra) nonché della valutazione e della riabilitazione visiva (ortottista).
Altra importante novità: l’inserimento delle attività di screening negli istituti scolastici, utili per individuare casi sospetti di DSA, evitando gli errori del passato relativi ad una diagnosi approssimativa e che determinava falsi casi di DSA.
La legge permette, altresì, ai docenti di effettuare la segnalazione di sospetto DSA alla famiglia, la quale poi si curerà di rivolgersi al servizio sanitario pubblico per avviare un percorso diagnostico. Fondamentale la figura del pedagogista clinico, che sarà determinante nella preparazione dei test scolastici e nella formazione dei docenti, nonché nella pianificazione dei piani di studio personalizzati per i discenti con disturbi di apprendimento nella fase successiva alla diagnosi. Le risorse finanziarie disposte dalla Regione Abruzzo saranno destinate alle scuole e distribuite, in maniera equa, tra formazione e percorsi di supporto agli alunni.
Il Presidente Olivieri e l’Assessore Di Matteo ci tengono, però, a ricordare che “i DSA sono disturbi settoriali e, nonostante si attribuisca alla diagnosi degli stessi un’attenzione particolare da parte della comunità scientifica e medica, non bisogna attribuire a tali disturbi la stessa gravità che si accorda alle patologie. I disturbi dell’apprendimento sono, infatti, una caratteristica dell’individuo che non presenta disturbi cognitivi e che quindi mantiene intatta la sua intelligenza, e riguardano le sole attività di calcolo, scrittura e lettura. Che i disturbi dell’apprendimento siano diffusi lo attestano i dati statistici nei quali si misura un’incidenza compresa tra il 3 e il 5% della popolazione italiana, anche se gli ultimi dati epidemiologici nazionali parlano di un incremento del numero degli alunni con DSA. Le problematiche dell’apprendimento vanno, dunque, individuate tempestivamente e sottoposte ad un sinergico lavoro di correzione che coinvolga il discente, la famiglia, la scuola e il personale medico e riabilitativo”.
La legge non dimentica, altresì, i soggetti con DSA in età adulta che a causa dell’assenza di validi percorsi diagnostici negli ultimi vent’anni, oggi, subiscono le conseguenze di un mancato intervento correttivo.
Tra le finalità della legge rientrano anche gli obiettivi di sensibilizzazione e formazione sulle criticità legate ai DSA del personale docente, dei referenti delle istituzioni scolastiche regionali, degli operatori socio-sanitari e delle famiglie.