Popoli. Hanno pianificato e poi eseguito un’aggressione ai danni di un 21enne di Popoli di origini ucraina, picchiandolo con una noccoliera di metallo, per poi fuggire via.
Questa l’accusa nei confronti di due 25enni di Pratola Peligna e Popoli che i carabinieri della compagnia di Popoli, coordinati dal capitano Antonio Di Cristofaro, hanno arrestato questa mattina per concorso in tentato omicidio e porto abusivo di oggetti idonei per la offesa. I due sono ai domiciliari.
Gli aggressori, per gli investigatori, hanno prima pedinato la vittima, scegliendo il luogo dell’aggressione, piuttosto isolato, e poi hanno picchiato il 21enne in modo selvaggio con violenti calci e pugni sul volto, sulla testa e sull’addome, utilizzando anche la noccoliera metallica vietata.
Il giovane ha solo avuto la forza di tornare a casa, percorrendo un centinaio di metri, prima di svenire sulla porta di casa davanti alla madre che lo ha condotto in ospedale, prima a Popoli e poi a Pescara: dopo un intervento chiururgico di sei ore la sua prognosi resta riservata.
Il movente che ha portato all’agguato è ancora al vaglio degli inquirenti, anche se si va via via delineando l’ipotesi della violenza fisica come ammonimento forte per la supremazia territoriale. Affronti e diverbi più o meno diretti, reciproche ritorsioni e forse vendette trasversali.
Un quadro abbastanza preoccupante, dicono proprio gli investigatori, specialmente se ricondotto alla pacifica realtà sociale del posto.
“E’ stata una sorta di spedizione punitiva – commenta Di Cristofaro – pianificata nei minimi particolari e portata a conclusione con lucida determinazione.
Siamo arrivati ai due non per le dichiarazioni della vittima, che ha subito perso i sensi, nè grazie a testimoni: l’azione investigativa si è basata in prevalenza sulle numerose frequentazioni del 21enne, anche fuori provincia, e riteniamo che alla base di tutto ci sia una questione di stupida ed illogica supremazia territoriale condita da arroganza giovanile”.