«Inaccettabile e insostenibile». Cosi’ e’ stata definita dagli imprenditori di Confindustria Teramo, la tariffa applicata per la Tares alle aziende che operano a Teramo.
«Gli importi del prezzo chiesto per i servizi di smaltimento dei rifiuti – che peraltro non comprendono lo smaltimento dei rifiuti speciali (per i quali le aziende devono incaricare ditte specializzate e sostenere a parte la spesa) – sono infatti fino a sei volte superiori a quelli imposti da alcuni dei Comuni limitrofi. L’amministrazione di Teramo prevede una tariffa pari a 6,65 euro al metro quadrato, il che vuol dire arrivare a pagare oltre seimila euro per un capannone di appena mille metri quadrati», contesta Confindustria. «Le aziende teramane chiedono all’amministrazione comunale una drastica riduzione della tariffa – spiega il presidente di Confindustria Teramo, Salvatore Di Paolo – altrimenti, molto semplicemente, non potranno far fronte al pagamento. Alcune di queste, infatti, riuscirebbero ad assolvere all’invito del Comune solo chiudendo l’attività. Non vogliamo assolutamente polemizzare con l’operato della giunta guidata dal sindaco, Maurizio Brucchi, per il quale c’è il nostro massimo rispetto – afferma Di Paolo – ma non si può far finta di niente di fronte all allarme lanciato dalle imprese e all’emorragia rappresentata dalla costante chiusura delle attività». Nel 2013 il numero delle imprese che hanno fatto richiesta di concordato è più che raddoppiato rispetto al 2012 e i prestiti a famiglie e imprese da parte del sistema creditizio sono diminuiti di oltre il 3,7 per cento.