Primo confronto, stamane, tra l’amministrazione comunale, gli organi professionali e le associazioni di rappresentanza delle imprese edili, sul programma “Teramo si rigenera”.
Nella sede de L’Arca, il sindaco Gianguido D’Alberto, con il vicesindaco Giovanni Cavallari e l’assessore all’Urbanistica Stefania Di Padova, ha illustrato tutti i progetti che articolano il programma la cui finalità è di proiettare la visione della città al 2026, termine ultimo indicato dalla norma per l’esecuzione dei progetti finanziati con il PNRR.
I progetti fanno riferimento agli oltre 46 milioni di euro già finanziati, cui si aggiungono i 15 milioni per le case ERP di via Longo. Dunque 60 milioni. Più altri 40 milioni già programmati e candidati in tutti i canali di finanziamento.
Una programmazione, che spazia dalla rigenerazione urbana (quartieri, ex stadio comunale, ammodernamento delle strutture sportive, ecc.) alle scuole, al miglioramento degli edifici pubblici comunali, sede storica di Piazza Orsini in testa. Particolare attenzione al centro storico della città, con la definiva sistemazione tra l’altro di Corso San Giorgio, lo strategico intervento sul Mercato coperto, il già avviato cantiere del Teatro Romano, la riqualificazione del terminale bus di Piazzale san Francesco, le infrastrutture (ponti, viabilità, centrale Enel Cona), le strutture di valenza culturale (Teatro Comunale, Castello della Monica). Ancora, il verde urbano con interventi sul parco fluviale che avrà anche una nuova illuminazione. Non ultima la riconnessione, che ha un significato non solo materiale, tra centro e frazioni.
In questo quadro il sindaco ha inteso aprirsi al confronto istituzionale per il contributo degli ordini e delle associazioni delle imprese: “A partire da oggi si svilupperà un confronto dinamico – sostiene il sindaco – con la partecipazione qualificata di coloro che consideriamo partner istituzionali; noi abbiamo le idee chiare e la visione della città e con questo incontro e con i contatti futuri, vogliamo consolidare la fiducia istituzionale. Nonostante gli ostacoli che ha posto e pone, la pandemia non ci ha impedito di lavorare al Piano, e ciò costituisce il vero segnale di resilienza e rinascita di Teramo, nell’incrocio con il percorso della ricostruzione”.