“La lettera del Ministero delle Infrastrutture ha suscitato non poca ilarità”. Il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, insieme al vicepresidente Mario Nugnes, ha illustrato questa mattina la relazione tecnica inviata dall’Ente al Ministero, che ha chiesto chiarimenti sullo stato delle cose dopo il crollo del ponte Morandi a Genova (relazione inoltrata anche dal Comune di Teramo).
“Ha suscitato ilarità perché non si può pretendere in quindici giorni di fare tutto – ha proseguito un agguerrito Di Sabatino – Abbiamo comunque inviato la nostra relazione completa, conferendo incarico ad un tecnico il 13 agosto. Adesso aspettiamo una risposta e di sapere quale disponibilità c’è per un finanziamento”. E poi tuona: “Lo Stato non ci dà nulla, preleva e basta. Da quattro anni a questa parte dobbiamo combattere mese per mese per riavere qualcosa, ci chiedono dei ponti ma poi non ci viene dato ancora ciò che ci spetta per i lavori. Avevamo già chiesto di non abbandonare la nostra rete viaria a chi di dovere”.
Dalla relazione (180 pagine) emerge sostanzialmente che i ponti della provincia di Teramo sono sicuri (“Altrimenti li avrei chiusi come quello di Aprati”, dice ancora Di Sabatino), ma servono 113 milioni di euro per interventi che sono comunque necessari.
Va peggio, per così dire, quando la Provincia prende in esame le strade provinciali, le opere d’arte, la messa in sicurezza di attraversamenti pedonali (ecc) e la messa in sicurezza e l’adeguamento dell’autoparco. Qui la somma necessaria sfiora quasi i due miliari di euro, 1.732.755.837, 50 per l’esattezza.
Questa, nello specifico, la situazione dei ponti provinciali.
Sempre dalla relazione, emerge il preoccupante dato sui cantonieri: la densità sulle strade provinciali è del 2 per cento, “come a dire che a ciascun operatore esterno sono assegnati 55km, con un’età media di 55 anni e con un parco mezzi a disposizione di età media di 35 anni”.