Il teramano Pietro Baldassarre si diverte da tempo con programmi di fotoritocchi, prendendo di mira (si fa per dire) questo o quello.
Non è stato da meno in vista del prossimo ballottaggio, con i faccioni dei candidati sindaco incollati sulla locandina del film “Rush” (siamo nel rush finale). E l’hashtag lanciato (#gianballottaggio) riassume molto bene ciò che sarà domenica.
Una sfida tra due “Gian” (Giandonato Morra e Gianguido D’Alberto), diversi e l’un contro l’altro (non armati) in vista della sfida tra centrodestra e centrosinistra.
Morra ha dalla sua quel 34,62 per cento del primo turno, D’Alberto ha invece racimolato due settimane fa un 21,13. Morra adesso può contare anche sull’appoggio palese di Alberto Covelli (Per bene in comune), con l’interrogativo di un Giovanni Cavallari che ha strizzato l’occhio nei giorni scorsi al candidato sindaco di centrodestra, lasciando però libertà agli elettori di Bella Teramo.
La stessa libertà che ha lasciato il Movimento 5 Stelle, primo partito a Teramo nel primo turno, ma che, tramite le parole di Fabio Berardini (parlamentare pentastellato), ha fatto sapere al popolo teramano dei 5 Stelle di votare secondo coscienza o di non recarsi alle urne (come farà lui).
Una scelta, quella di non andare, che compirà probabilmente anche l’esiguo elettorato di Paola Cardelli (0,88 per cento), mentre anche l’ex candidato sindaco Mauro Di Dalmazio ha lasciato ai suoi libertà di scelta.
In ogni caso, il 25 giugno Teramo si sveglierà con un nuovo sindaco. Ma in tanti sperano che, a prescindere, Teramo si svegli. Con qualsivoglia “Gian”.