Documento a firma del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, e della maggioranza consiliare rivolto alla Regione Abruzzo.
“Abbiamo sempre ribadito come per questa maggioranza fosse centrale la discussione sul contenuto prima ancora che sul contenitore. E per questo, dopo mesi di discussione e fughe in avanti sulla realizzazione di un nuovo ospedale e sulla sua migliore ubicazione, restiamo sbigottiti davanti al documento di ‘Revisione della Rete Ospedaliera ai sensi del DM 70/2015 per il triennio 2019/2021’. Quale dovrebbe essere il senso di costruire una nuova struttura all’avanguardia, se poi, di fatto, il rischio più concreto è quello di avere una scatola vuota? Quale dovrebbe essere il senso di costruire una nuova struttura all’avanguardia, se poi, di fatto, non si affrontano le principali criticità del sistema sanitario della provincia di Teramo?”.
E ancora: “Forse alla nuova giunta regionale e alla nuova maggioranza, che pure si era dimostrata tanto sensibile al tema in campagna elettorale, promettendo a ciascun territorio il suo, e aveva lasciato immaginare di avere rapide e incisive soluzioni, sfuggono alcuni aspetti. La nostra provincia riporta dati allarmanti per quanto riguarda la mobilità passiva e le liste di attesa anche su prestazioni di vitale importanza, oltre ad una carenza di personale che di fatto costringe chi lavora in ambito sanitario a condizioni disumane e di fatto scarsamente interessanti per professionisti che dovessero venire dall’esterno. Il tutto in un contesto provinciale di assenza di strutture private, che di fatto rende il sistema pubblico unico e quindi nevralgico e indispensabile per tutti gli interventi in materia sanitaria”.
Proseguono: “Il nuovo governo regionale come risponde a questi interrogativi e a queste criticità? Ridefinendo una rete ospedaliera regionale a due velocità, completamente sbilanciato verso Chieti e Pescara: un piano regionale pieno di contraddizioni che disegna da un lato il DEA funzionale di II livello ben dettagliato nell’area di Chieti – Pescara con dipartimenti interaziendali e dall’altro un’idea, ancora tutta da definire…. di DEA funzionale di II livello tra L’Aquila e Teramo, generando un ulteriore allargamento del gap tra la sanità teramana e quella pescarese – chietina ed un peggioramento dell’offerta sanitaria della nostra provincia, con un declassamento del nosocomio giuliese a P.O. di base. Dopo la bruttissima pagina scritta nei giorni scorsi in merito alla CCIAA di Teramo, è lecito attendersi dai consiglieri regionali di maggioranza eletti nella nostra provincia, un rilancio delle proprie prerogative, vedendoli decisamente schierati dalla parte dei cittadini che li hanno eletti e di coloro che comunque rappresentano. Da loro, che ben conoscono questo territorio, che hanno chiaro tutto ciò che è accaduto ai teramani negli ultimi anni, che conoscono la intricata morfologia di un territorio montano e le criticità che rappresenta la presenza del Gran Sasso da un punto di vista di infrastrutture e trasporti, ci aspettiamo il coraggio di scegliere il territorio di appartenenza, fuggendo finalmente da dinamiche e metodi di una politica vecchia e deludente”.