In data di oggi si è tenuta la seduta della V^ Commissione Consiliare della Regione Abruzzo per la discussione sulla rete ospedaliera della regione.
Fra gli altri è stato audito il sindaco di Teramo D’Alberto, anche in veste di presidente del Comitato dei Sindaci, al quale il consigliere regionale Marco Cipolletti ha rivolto alcune domande circa l’idea progettuale per il rilancio dei servizi sanitari in provincia di Teramo, così come esplicitata dal Direttore Generale della ASL di Teramo in occasione di una recente conferenza stampa, durante la quale lo stesso Direttore, da parte sua, in ordine alla scelta di un nuovo sito ove costruire il nuovo Ospedale con conseguente delocalizzazione dell’ospedale esistente, aveva modo di affermare “In caso non sia l’area del Mazzini, noi non faremo che questo resti abbandonato, una cattedrale nel deserto. Anzi, quell’area sarà valorizzata perché ci vogliamo realizzare una Città della salute, con tutti i servizi territoriali, e non solo…”, per aggiungere poi “nella quale sarà garantita continuità assistenza 7 giorni su 7 e per le 24 ore attraverso team con medici di continuità assistenziale e di emergenza territoriale”.
“Mentre, il medesimo sindaco, anch’esso presente, in sede di commento, aveva modo di conclamare ‘La Asl ci ha rappresentato una programmazione chiara e una visione lucida’. Le domande rivolte sono state: Lei ha preso personalmente visione dei supporti documentali a corredo della programmata ‘città della salute’ da realizzarsi sulle strutture dell’Ospedale da delocalizzare? Le risulta che l’intervento per la realizzazione della “Città della Salute” in luogo dell’Ospedale Mazzini, composto di tutti i servizi e non solo, sia in qualche modo prevista dal Piano di reingegnerizzazione della rete ospedaliera della Regione Abruzzo? Le risulta, avendone preso visione, che sia stata commissionata, ovvero realizzata, una qualsiasi progettazione di qualsivoglia livello? Le risulta, avendone preso visione degli atti relativi, che siano state stanziate da parte dello Stato, ovvero dalla Regione, le somme occorrenti per la realizzazione della programmazione prospettata e definita dal medesimo Direttore Generale come “unica sede, grande dove trovare i tutti servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie: gli ambulatori di medicina generale, la specialistica ambulatoriale, la radiodiagnostica e i laboratori analisi, ma anche servizi come la dialisi territoriale e l’allergologia. Qui i cittadini avranno finalmente la possibilità di avere un centro riabilitativo all’avanguardia senza più essere costretti a recarsi in strutture per il recupero nel post-acuzie”?”.
E ancora: “Come si potrà notare le domande erano finalizzate non soltanto per trovare un qualche riscontro sulle ipotetiche e fantastiche rappresentazioni del direttore generale, ma soprattutto per appurare gli elementi materiali e fattuali, giuridici ed economici che avevano indotto il sindaco di Teramo a magnificare i riferimenti metaforici, volutamente alterati e difficilmente realizzabili, riferiti alla ‘città della salute’. Ebbene, le risposte fornite dal sindaco hanno confermato i sospetti che avevo maturato, vale a dire che gli intenti pomposamente manifestati dal direttore Di Giosia sulla città della salute non potevano rappresentare ‘una programmazione chiara e una visione lucida’, poiché fondati sul nulla, ovvero su una visione iperbolica confusa e non veritiera, forse al fine di rabbonire e tacitare gli oppositori: insomma, una pseudo programmazione in assenza degli elementari presupposti di fatto e di diritto, del tutto opaca e frutto di una visione incoerente. Anzi, per dirla tutta, parafrasando un detto popolare, solo chiacchiere e distintivo. Ritengo che i cittadini di Teramo meriterebbero più rispetto”.
Prosegue Cipolletti, “La realtà della ASL di Teramo, invece, è ben altra. E, per meglio comprendere le condizioni gestionali della ASL teramana, ho invitato lo stesso sindaco di Teramo e le Autorità regionali convenute a prendere visione della delibera n. 320/2021 PRSS della Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per l’Abruzzo, assunta in Camera di Consiglio nella seduta dell’8 ottobre, con riferimento all’esame della relazione del Collegio Sindacale al bilancio di esercizio 2019 dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Teramo. Fra le numerose criticità e irregolarità accertate, mi limito a riportare uno stralcio dell’analisi del conto economico del risultato di esercizio “L’Azienda ha conseguito, nell’esercizio in esame, un risultato negativo pari a euro 13.514.200. Il trend che è emerso negli ultimi anni è di un rapido ed importante peggioramento, come evidenziato dai risultati che seguono: euro 1.845.574 nel 2015, euro 1.131.413 nel 2016, euro 338.465 nel 2017 ed euro 86.360 nel 2018” (la ASL di Teramo per il 2019 registra un andamento del disavanzo pro capite negativo, pari al 43,96 ). Ed ancora, “negli ultimi anni, quindi, l’azienda si era dimostrata la più virtuosa nel risultato contabile finale, sempre in utile economico. Dal questionario emerge che Regione Abruzzo non ha preventivamente autorizzato la perdita conseguita”.
“Questa Sezione, al riguardo, non può che ricordare nuovamente, sul piano generale, come la vigente disciplina normativa, attraverso leggi nazionali di coordinamento della finanza pubblica, leggi regionali e intese in sede di Conferenza Stato-Regioni, imponga agli enti del servizio sanitario di garantire l’economicità e l’efficienza della gestione, perseguendo l’equilibrio tra ricavi e costi di esercizio”.
E ancora: “Sotto altro versante, dalla delibera della Corte dei Conti in trattazione, fra le altre cose, sono venuto a conoscenza dell’epilogo del contenzioso giudiziario con la società Parking Piazza Italia S.p.A. relativo al project financing per la realizzazione del parcheggio multipiano, antistante l’Ospedale Mazzini, sottoposto in osservazione per via dell’accantonamento a fondo rischi; il contenzioso è stato definito in via transattiva con delibera del Direttore Generale n.1999 del 16 dicembre 2020 con obbligo di pagamento della somma complessiva di 4.500.000, oltre IVA, così suddivisa: euro 2.440.000 entro l’11 gennaio 2021, euro 793.000 entro il 30 giugno 2921, euro 793.000 entro il 15 dicembre 2021, euro 732.000 entro il 30 giugno 2022, euro 732.000 entro il 31 maggio 2023, per un totale di euro 5.490.000, con imputazioni esercizi anni 2020, 2021, 2022, 2023. Ed ancora, per altri versi risulterà utile conoscere le valutazioni espresse dal Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza (LEA), congiuntamente al Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali, oltre ai rappresentanti della Regione Abruzzo e dell’Advisor contabile, nelle sedute del 20 luglio e 5 agosto 2021. Al netto delle inadempienze e criticità rilevate, mi limito a segnalare un obbligo per il quale la Regione Abruzzo ha puntualmente adempiuto, quello relativo alla decadenza automatica dei Direttori Generali. E, difatti, la Regione con nota prot. n. 13 dell’11 marzo 2020 ha rappresentato quanto già espresso per la verifica 2018, in particolare che “tutti i contratti in essere stipulati con i Direttori Generali contengono la previsione esplicita di decadenza automatica per l’ipotesi di mancato raggiungimento dell’equilibrio economico da parte delle aziende sanitarie.”. La Regione ha allegato lo schema di contratto di prestazione d’opera intellettuale del direttore generale nel quale l’ipotesi di decadenza automatica è inserita all’articolo 6, rubricato “Dimissioni, decadenza e sostituzione”, capoverso 7, con la seguente previsione “Ai sensi dell’articolo 52, comma 4 lettera d), della legge 27 dicembre 2002, n. 289 così come recepito dalla Deliberazione del Commissario ad acta n. 04 del 21 novembre 2008, l’accertamento del mancato raggiungimento dell’equilibrio economico dell’Azienda comporta la decadenza automatica del Direttore Generale”.