“Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una corsa a prendere posizione su dove costruire il nuovo ospedale di Teramo: da una parte coloro che chiedono che il nuovo nosocomio resti a villa Mosca, dall’altra coloro che sostengono una diversa ubicazione”.
A dirlo l’Unione Comunale PD di Teramo, a firma del Commissario Pamela Roncone.
“Ma è questa la narrazione esatta di quanto sta accadendo, dello stato dell’arte? È questo il cuore della questione su cui invitare a riflettere, a schierarsi i cittadini di Teramo? Quando parliamo di sanità, argomento complesso e strategico, non possiamo correre il rischio di non centrare l’obiettivo. Noi oggi ragioniamo sulla costruzione di un nuovo ospedale che necessita di circa 265 milioni di euro. In Regione sono a disposizione 121 milioni (81 dal fondo straordinario sisma e altri 40 milioni delibera CIPE 51/2019, art 20 della legge 67/1988). C’è un problema di copertura finanziaria dell’opera e il silenzio della Regione sul come reperire i fondi mancanti. Project financing o ricorso all’appalto interamente pubblico? È un tassello dal quale non si può prescindere. Occorrono risposte certe della giunta Marsilio prima di ragionare sul dove”.
E ancora: “Le persone non scelgono dove farsi curare in base all’architettura dell’edificio che ospita le strutture sanitarie ma scelgono i medici. Scelgono le tecniche all’avanguardia. Scelgono le equipe illuminate che, naturalmente, necessitano di mura adeguate e soprattutto di strumentazioni e macchinari di ultima generazione. Come attrarre professionisti di così alto profilo? Possiamo farlo solo mettendo ordine, adottando una riorganizzazione chiara della rete ospedaliera che dica nero su bianco, qualunque sia l’ubicazione, dentro il nostro ospedale cosa ci mettiamo, come riempiamo queste mura che tanto ci affanniamo a decidere dove costruire. Ancora una volta, come nel caso della copertura finanziaria, la risposta deve darcela la Regione. Fatto ciò potremo discutere anche aspramente se l’ubicazione scelta dalla Asl è la più opportuna, fermi restando il ruolo e le indicazioni dei tecnici sull’idoneità del sito, ma è assurda questa discussione oggi, rischia di trasformarsi in una battaglia contro i mulini a vento. Ha tutto il sapore di una presa in giro, svela la volontà di spostare l’attenzione su temi che non possono essere affrontati, se non dopo aver risolto le questioni fondamentali”.