A dirlo il consigliere comunale di Cittadini in Comune, Osvaldo Di Teodoro.
“Considerato che tale ipotetica vendita sia funzionale ad un progetto di riqualificazione commerciale, grazie al quale verrebbe costruito un nuovo negozio LIDL di media struttura, stupisce che mai il sindaco e la sua maggioranza abbiano inteso organizzare pubbliche occasioni di confronto sul futuro dell’area in questione. Sorprende soprattuto che in due quartieri, quali la Stazione e San Berardo, che sono assediati dal cemento e dal traffico non si pensi ad interpellare i residenti per sapere quali fra le possibili destinazioni sia quella più gradita dalla popolazione (peraltro nella medesima area esiste già un progetto redatto dai Comitati di quartiere)”.
E prosegue: “Ancora una volta le decisioni urbanistiche passano sopra la testa dei cittadini, ancora una volta il popolo non viene chiamato ad esprimersi nonostante la partecipazione sia stata invocata, eretta a bandiera dell’attuale maggioranza e sancita in un apposito regolamento approvato tre anni fa e mai utilizzato per nessuna delle numerose questioni che attendono una soluzione. Non sfugge a nessuno che la riqualificazione ipotizzata a Viale Crispi preveda un consistente consumo di suolo, visto che le superfici edificate aumenterebbero del 30% rispetto alle attuali. Non sfugge a nessuno che la riqualificazione ipotizzata a Viale Crispi non preveda aree da destinare a verde pubblico, visto che le uniche aree di verde attrezzato/sportivo verrebbero realizzate sul tetto del nuovo LIDL. Ma quel che fa specie è l’insensibilità nel non voler dare voce ai cittadini su un ventaglio di possibili soluzioni concernenti la riqualifcazione dell’area, insistente a cavallo fra due quartieri quasi integralmente privi di aree verdi degne di questo nome, a partire da Ponte San Ferdinando fino al termine di Viale Crispi. Non è così che si governa, non è così che si amministra in nome del popolo. Si apra un dibattito, si prospettino le plausibili soluzioni per un’area pubblica di oltre duemila metri quadrati e solo poi si adottino le decisioni che si basino sul più ampio consenso dei residenti”.