Teramo. Nell’aprile 2005, tredici anni e mezzo fa, il segnale premonitore. Purtroppo sottovalutato o presumibilmente ignorato. Il 17 febbraio seguente la frana.
Devastante, immensa, portatrice di effetti deleteri le cui conseguenze la cittadinanza teramana ancora oggi paga. A carissimo prezzo. Sia sotto l’aspetto del denaro pubblico sperperato che per quanto concerne il tema attinente alla salubrità ambientale.
La discarica che si trova nella frazione La Torre di Teramo è una vera e propria bomba ecologica verso la quale la Giunta regionale ha il dovere, per quanto di sua competenza, di agire con la massima celerità. Basta interventi tampone. Stop alle centinaia di migliaia di euro di proprietà della collettività che annualmente vengono gettate alle ortiche per finanziare azioni la cui incisività è assai limitata.
Urgono interventi strutturali, risolutivi ma soprattutto definitivi”. Leandro Bracco torna ad occuparsi di tematiche ambientali intervenendo su una vicenda che a Teramo è parecchio conosciuta e che riguarda la famigerata discarica che si trova nella frazione La Torre, realtà che da oltre un decennio turba i sonni di migliaia di cittadini in virtù dello spettacolo “indecoroso e che ha oltrepassato il confine della decenza” rappresentato appunto da una discarica che, franata nel 2006, ha “riversato tonnellate di rifiuti nauseabondi in un laghetto le cui acque sono ora rappresentate da un’immensa superficie di percolato”.
“Nel 2006 – spiega il consigliere regionale – la discarica di rifiuti urbani che si trova in contrada La Torre di Teramo venne interessata da un gravissimo crollo. Ne seguì un’inchiesta giudiziaria. L’incidente, a detta di alcuni persino preannunciato, determinò la chiusura dell’impianto. A quasi tredici anni di distanza da quel famigerato 17 febbraio e dopo milioni di euro di denaro pubblico dati alle fiamme, i cittadini della frazione La Torre sono ancora costretti a convivere con una situazione di inaccettabile compromissione ambientale. Nulla infatti di risolutivo è purtroppo stato messo in atto.
Agli interventi di messa in sicurezza sui quali sono comunque stati avanzati persino dubbi di adeguatezza – rileva Bracco – sarebbero dovute seguire iniziative di bonifica. Tutto invece è rimasto sostanzialmente immutato. I rifiuti presenti nell’area hanno continuato a produrre biogas e percolato, quest’ultimo raccolto solo pagando un costo economico ingentissimo. Tutto questo con grave rischio di danno per le matrici ambientali rappresentate da aria, acqua e terra”. “Si tratta – evidenzia l’esponente di Sinistra Italiana – di una situazione che purtroppo possiede tutti i crismi per essere definita emergenza ambientale. Emergenza ambientale che tutti conoscono ma che, paradossalmente, si continua a ignorare.
E’ del tutto palese come le iniziative sin qui attuate non solo siano risultate insufficienti ma non abbiano per nulla dato riscontro alle normative previste dal Codice dell’Ambiente. Per questo motivo appare imperativo provvedere alla verifica delle condizioni ambientali e successivamente alla definitiva messa in sicurezza della discarica”. “La pessima realtà rappresentata dall’impianto di smaltimento La Torre – sottolinea Bracco – è una situazione ributtante segnata da una evidente inerzia delle istituzioni.
Inerzia che dà vita non solo a una dose notevolissima di degrado ambientale ma che si traduce anche in rischio concreto per la salute delle persone costrette a convivere con quella che non può essere neanche più definita discarica”. “Mi unisco alla richiesta formulata dal Comune di Teramo guidato da Gianguido D’Alberto – conclude Leandro Bracco – affinché la Regione si attivi immediatamente al fine di porre in essere tutti gli atti di sua competenza necessari alla definitiva messa in sicurezza di una realtà che è riduttivo definire riprovevole e vergognosa”.