Approvato a maggioranza il bilancio pluriennale della Provincia di Teramo; il capogruppo della Casa dei Comuni, unico consigliere di minoranza presente in aula, Mauro Scarpantonio, si è astenuto.
Il bilancio dovrà essere sottoposto al parere dell’assemblea dei sindaci, questo pomeriggio alla Sala Polifunzionale dalle ore 15.30 e poi tornare nuovamente in consiglio alle 17.
E’ l’ultimo bilancio a firma del presidente Diego Di Bonaventura il cui mandato scade e fine ottobre. Dal documento finanziario e da quello della programmazione delle opere pubbliche emergono due elementi: 1) una mole importante di opere pubbliche (oltre 167 milioni per il 2022 e in parte quindi realizzate; 115 milioni per il 2023 e 33.480.228 per il 2024 2) le incognite sulla spessa corrente visto che il Decreto Aiuti non ha compensato le minori entrate degli Enti Locali e che le Province continuano ad avere dal 2015 e a monte un “concorso alla spesa pubblica”.
Nel caso della Provincia di Teramo, a meno di un intervento del Governo si registrano minori entrate per circa 6 milioni l’anno da qui al 2024.
“Questo evidenzia il primo e più difficile elemento da far comprendere ai cittadini: abbiamo una mole importante di finanziamenti ma facciamo fatica a fare le manutenzioni ordinarie – ha dichiarato il presidente – una parte importante degli investimenti è destinata alle scuole ampliamenti, adeguamenti sismici, nuovi edifici. Una sfida strategica ma anche piena di ostacoli: molti di questi finanziamenti sono legati alle procedure Pnrr con alcuni effetti paradossali. A dicembre avevano 16 interventi pronti, già finanziati e assegnati: il Governo ci ha chiesto di farli transitare nel pacchetto dei fondi straordinari. Il decreto di assegnazione è arrivato solo qualche giorno fa e quindi non abbiamo potuto fare gli interventi di manutenzione straordinaria previsti durante l’estate a scuole chiuse. Inoltre i progetti vanno ricalibrati secondo le mission e ovviamente essendo nati come manutenzioni straordinarie non tutti hanno obiettivi che ci sono stati posti dopo. Detto questo lascio una Provincia in buona salute e con una dote finanziaria molto, molto importante e sono felice di poterla consegnare a chi verrà dopo di me. Sono in progettazione le due opere strategiche sulle quali ho puntato sin dall’inizio del mandato: la Pedemontana e la Panoramica del Gran Sasso. Due assi strategici che a mio avviso rappresentano una occasione da non perdere e mi auguro prima della fine del mandato di potermi confrontare con il territorio almeno sui progetti preliminari”.
Di Bonaventura, inoltre, ha voluto sottolineare il lavoro svolto sull’organizzazione dell’ente.
Sono state avviate le procedure per le seguenti assunzioni:
Sono in corso i procedimenti di assunzione per:
Sul Piano triennale delle opere pubbliche è intervenuto il consigliere delegato Lanfranco Cardinale: “Dentro questo piano ci sono tre grandi tempi – ha detto – Il PNRR cambia le regole del gioco – bandi, mission, Invitalia per gli edifici pubblici, Anas per il sisma. Non tutto dipende da noi: tutto questo è pensato come un supporto agli enti locali ma spesso si perde in contraddizioni. Altro tema: la Provincia è tornata ad avere un ruolo nella programmazione: non la “subiamo” solo con le emergenze come è stato negli ultimi sette anni. Quando ci siamo insediati avevamo una tabella di marcia in forte ritardo sugli stralci: mancanza di personale e Covid hanno influito parecchio. Per evitare che ci togliessero i finanziamenti abbiamo dovuto riorganizzare la macchina, supportare gli uffici avere un dialogo continuo con gli enti sovraordinati e con i Sindaci: non è sempre facile, non sempre siamo allineati ma possiamo dire in tutta onestà che abbiamo fatto quanto di meglio possibile in circostanze davvero straordinarie. Questo ci porta alla terza questione: il disallineamento fra condizioni del PNRR e dell’Europa e i nostri modelli giuridici e amministrativi. Una situazione aggravata dalla guerra e dalla pandemia: cantieri che si interrompono per mancanza di materiali: cantieri in difficoltà per dipendenti covid: imprese che rinunciano per aumento esponenziali dei prezzi delle materie prime, dell’energia e dei carburanti. Ma il Piano delle opere pubbliche è una certezza: sono tutte opere contrattate e finanziate, quattro nuclei stradali possono contare su una mole di risorse importante e tutti e quattro in maniera equilibrata: naturalmente c’è spazio per gli aggiustamenti necessari, per il dialogo con i Sindaci e gli enti locali ma crediamo sia stato fatto un buon lavoro. Per realizzarlo abbiamo bisogno di personale: il settore tecnico in un anno ha “perso” 12 persone. La Provincia è un ente essenzialmente tecnico ed è impensabile che possa attuare questo Piano – con le moltiplicate procedure amministrative e di rendicontazione – se non provvediamo a riorganizzare i due settori con una adeguata dote di personale. Personalmente avrei voluto chiudere entro l’estate le opere rimaste “incagliate” da anni e che ci siamo trovati a gestire: ponte ciclopedonale, braccio a mare e il Ponte di Castelnuovo. Ma anche queste saranno restituite alla comunità grazie ad un lavoro che non esito a definire certosino rispetto a contenziosi giudiziari e divergenze tecniche che ora sono state superate”.